Regolamento case popolari: sindacati, discriminatorio e iniquo

Milano – Si è svolta questa mattina l’audizione delle organizzazioni sindacali degli Inquilini e Confederali Regionali, da parte della V Commissione del Consiglio Regionale, sul nuovo regolamento per gli accessi e le assegnazioni, che nelle prossime settimane verrà discusso in Giunta Regionale per l’approvazione definitiva. “I sindacati – si legge in una nota unitaria di Cgil, Cisl Uil Lombardia e Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini, Conia –  hanno ribadito il loro giudizio fortemente negativo su questo regolamento sottolineando, in particolare gli aspetti più controversi e fra questi: – il trattamento discriminatorio dei nuclei indigenti, che contravviene le finalità dell’edilizia residenziale pubblica: limitando al 20% le assegnazioni a questa categoria; richiedendo una attestazione preventiva di indigenza per presentare la domanda; rendendo impossibile la presentazione della domanda fuori dal Comune di residenza; – una modalità di presentazione della domanda assolutamente complessa, attraverso una piattaforma informatica, che richiede una capacità tecnica poco diffusa tra le persone in condizione di disagio abitativo; – l’impossibilità da parte dei Comuni di gestire l’emergenza abitativa, in particolare gli sfratti eseguiti o in esecuzione; – un sistema dei punteggi totalmente squilibrato, che privilegia le condizioni soggettive (esempio la durata della residenza in Regione e nel Comune incide per quasi il 40% del punteggio), anziché le condizioni oggettive di bisogno; – la complicazione della gestione amministrativa interna agli Enti Gestori, come Aler, su alcuni aspetti (subentro, ampliamento del nucleo,……) con gravi ricadute sulle procedure e su mi migliaia di assegnatari. Inoltre, le sue evidenti contraddizioni logiche e amministrative, nonché l’impostazione fortemente discriminatoria di questo regolamento genererà un elevato contenzioso nei diversi ambiti giurisdizionali (amministrativo, civile e costituzionale). Peraltro, il nuovo regolamento dovrà tenere conto dell’impatto che avrà l’introduzione del reddito di cittadinanza.  Anche, e non solo, per questo sarebbe necessaria una sospensione dell’entrata in vigore del regolamento o, almeno, un periodo lungo di sperimentazione al fine di valutare gli effetti e le ricadute delle nuove norme sulle famiglie. Del resto questo regolamento discende direttamente da una normativa, la legge regionale 16/2016, iniqua nel suo impianto, sbagliata negli obiettivi, inefficacie a risolvere il problema dell’offerta, e che va nella direzione opposta alla necessità di gestione della domanda abitativa e sociale. Una legge che, pertanto, necessita di una riflessione approfondita da parte del Consiglio Regionale e di un cambiamento radicale. Durante l’iter di approvazione definitiva, i Sindacati organizzeranno iniziative di informazione e mobilitazione, coinvolgendo, oltre alle famiglie, anche ai Comuni”, conclude la nota.