Congresso Fabi: Sileoni, bancari pronti ascendere in piazza

San Donato Milanese (Mi) – Congresso nazionale della Fabi, il maggior sindacato dei bancari – alle porte di Milano. Se il contratto nazionale dei bancari verrà disdettato entro fine anno, i sindacati sono pronti a scendere in piazza con una reazione molto forte. “Chiediamo di poter creare le condizioni per non fare strappi – ha ricordato Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi – se ci costringeranno con la disdetta del contratto nazionale, siamo pronti a scendere in piazza in 50-60.000. Troveranno da parte nostra una reazione molto forte”. Il contratto è fermo da anni – protestano alla Fabi – ma il sindacato vuole tutelare anche la clientela in merito alla vendita di prodotti a rischio per i quali “a metterci la faccia sono gli impiegati allo sportello”, ha spiegato Sileoni. In programma all’Abi il 12 dicembre un incontro per fare il punto sulla mancata applicazione dell’accordo siglato a febbraio 2017 rispetto alle politiche commerciali. “Se questo accordo non andrà a buon fine faremo una giornata di sciopero, organizzeremo con le altre sigle un forte dissenso in tutta la categoria”, ha aggiunto. Presente all’assemblea Fabi anche Antonio Patuelli, presidente dell’Abi. “Io non guardo mai le minacce, sono per usare sempre in maniera costruttiva il metodo della ragione. Negli anni più difficili, che dovrebbero ormai essere alle nostre spalle, si sono risolti tanti problemi di crisi aziendali con la costruttività del dialogo tra le banche e le rappresentanze sindacali. Dobbiamo costruire l’avvenire con tutto il positivo metodologico che abbiamo maturato soprattutto in questi anni di grandissime difficoltà. E quindi: innanzitutto rispetto, un dialogo costruttivo, la ricerca di soluzioni per tutto il settore, che deve esser visto come un insieme dove tutti lavoriamo per la ripresa complessiva del nostro Paese e delle banche che ne sono un fattore assolutamente indispensabile. Io ragiono in modo costruttivo: sono per il dialogo e la costruttività. Le subordinate indeboliscono la principale”, ha concluso Patuelli.