Cresce il pericolo infiltrazioni, piccole e medie imprese nel mirino (2)

Milano –  Sono 343, in Lombardia, le aziende confiscate per infiltrazione criminale, l’8,7% del totale nazionale. Oltre il 76% di queste aziende (262) si trova a Milano, Monza Brianza e Lodi. La Lombardia è al quinto posto nella graduatoria italiana come numero di aziende confiscate dopo Sicilia, Campania, Lazio e Calabria. I settori imprenditoriali più permeabili all’infiltrazione della criminalità organizzata sono le costruzioni (22,9%), le attività immobiliari, di noleggio e consulenza (19,8%), il commercio (14,9%) gli alberghi e ristoranti (13,4%). Il 71% delle aziende confiscate nell’area metropolitana di Milano e nelle province di Monza Brianza e Lodi appartiene a questi settori. I beni immobili confiscati in Lombardia sono invece 2.901: dai terreni, agli immobili a destinazione economica o residenziali. La nostra regione è al sesto posto in Italia come tasso percentuale di immobili confiscati (rapporto per 1000 abitanti) e al quarto posto come numero di immobili confiscati (dopo Sicilia, Campania e Calabria). – Dalla ricerca dell’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza emerge, inoltre, la costante crescita, negli ultimi 7 anni, delle denunce del reato di estorsione: dalle 342 del 2012 alle 750 dei primi 9 mesi del 2018 (605 in tutto il 2017). “Le singole denunce vanno naturalmente analizzate. Il dato – rileva Peserico – ha una duplice lettura: non è da sottovalutare perché possibile sintomo di una presa di possesso del crimine organizzato di porzioni del nostro territorio, ma è anche un importante positivo segnale della capacità di reagire degli imprenditori”.  A Milano, nei primi 9 mesi dell’anno vi sono state 62 denunce di riciclaggio. Erano 86 nel 2017 (negli anni precedenti una dinamica di alti e bassi nei numeri: 58 nel 2016, 84 nel 2015). Più significativa la crescita delle SOS, Segnalazioni di Operazioni Sospette di riciclaggio raccolte dalla Banca d’Italia (Unità Informazioni Finanziarie): da oltre 64mila e 400 nel 2013 a più di 86mila e 700 lo scorso anno.  Nell’area milanese 6 denunce nel 2018 per usura. Erano 20 nel 2017 e ancora 6 l’anno precedente. “Le difficoltà delle pmi negli anni della crisi di accedere al credito bancario – afferma Peserico – lascerebbero pensare a un numero elevato di imprenditori tentati dal rovinoso ricorso all’usura. Ma forse ora l’usura è meno necessaria per indurre l’imprenditore a cedere il controllo dell’azienda alla criminalità organizzata. Diventare complice di riciclaggio può infatti sembrare, in una situazione di crisi patologica, l’unica via praticabile per evitare il fallimento della propria impresa”. Nei primi 9 mesi del 2018 sono già 381 le denunce del reato di danneggiamento con incendio. Una decisa impennata dopo tre anni di stabilità: 341 nel 2017, 342 nel 2016 e 346 nel 2015.