Unioncamere: le imprese, si arresta il calo delle iscrizioni

Milano – Nel terzo trimestre in Lombardia si registra un saldo positivo e in miglioramento grazie alla stabilità delle iscrizioni (-0,2%) e al calo delle cessazioni (-4%). Il numero di imprese attive, pari a 818.484, risulta in lieve aumento (+0,1%), confermando la fase di sostanziale stabilità della demografia d’impresa lombarda, caratterizzata da livelli di natalità e mortalità più bassi rispetto agli anni scorsi e da tassi di sopravvivenza in miglioramento. Accelera il processo di progressiva sostituzione delle società di persone con società di capitali, anche grazie al successo delle srl semplificate, e prosegue la terziarizzazione del tessuto imprenditoriale; ancora in calo le imprese artigiane. Le procedure concorsuali, dopo aver smaltito i lunghi effetti della crisi, sembrano aver esaurito la fase calante, attestandosi su livelli fisiologici. Con 10.143 imprese iscritte alle anagrafi camerali e 8.685 che hanno invece cancellato la propria posizione, il terzo trimestre archivia un saldo positivo (+1.458 unità) per il tessuto imprenditoriale lombardo, migliorando leggermente il risultato registrato nello stesso periodo del 2017. Le iscrizioni sono risultate sostanzialmente stabili su base annua (-0,2%), segnalando probabilmente la fine della fase calante degli anni scorsi, mentre le cessazioni, dopo l’incremento dello scorso trimestre dovuto a un picco di cessazioni d’ufficio, tornano a scendere (-4%).
Tali movimenti portano lo stock complessivo di imprese registrate a 961.552 unità, mentre il numero di imprese attive, cioè quelle che hanno già iniziato l’attività e non sono sottoposte a procedure concorsuali o in liquidazione, è pari a 818.484, in lieve aumento su base annua (+0,1%). Si conferma quindi la fase di sostanziale stabilità della demografia d’impresa lombarda, caratterizzata da livelli di natalità e mortalità più bassi rispetto agli anni scorsi e da tassi di sopravvivenza in miglioramento. Tale dinamica non consentirà di recuperare, almeno in tempi brevi, la consistenza massima raggiunta nel 2008, rispetto alla quale mancano 12 mila posizioni. Prosegue, e anzi accelera, il processo di progressiva sostituzione delle società di persone (-2,7%) con società di capitali (+3,4%), che rappresentano le forme giuridiche più strutturate ma la cui complessità è stata via via “snellita” dalle nuove forme introdotte dal legislatore: negli ultimi anni ha avuto particolare successo la società a responsabilità limitata semplificata (+28,7% in questo trimestre), che consente di limitare le spese di costituzione. L’80% delle società di capitali lombarde è comunque costituito dalle srl “tradizionali”, che mostrano anch’esse un incremento elevato (+4,2%), mentre le società per azioni rappresentano solo il 3,4% e crescono meno velocemente (+0,9%). Anche le dinamiche settoriali risultano influenzate da trasformazioni strutturali di lungo periodo, che in questo caso spingono verso una terziarizzazione crescente dell’economia lombarda: l’ampio e variegato insieme degli altri servizi, al netto del commercio e dei pubblici esercizi, mette a segno una variazione positiva del +1,7% e raggiunge così una quota del 35,3% del totale. Le attività di alloggio e ristorazione evidenziano anch’esse una variazione positiva (+0,4%), sebbene di entità inferiore rispetto a quelle degli anni scorsi, mentre il commercio, unico tra i principali comparti del terziario, mostra una diminuzione (-0,8%), confermando la svolta negativa del 2017. L’espansione dei servizi procede di pari passo con la contrazione delle attività agricole (-1,3%) e industriali (-1,2%), processo che in entrambi i settori ha comportato la selezione delle imprese più grandi ed efficienti e la scomparsa delle attività marginali e poco redditizie. Diverso il discorso per le costruzioni, che, dopo aver raggiunto la consistenza massima nel periodo 2009-2011, hanno vissuto una forte crisi: in questo trimestre la variazione per l’edilizia è ancora negativa (-0,7%). Si conferma la forbice tra Milano e il resto della Lombardia: la provincia capoluogo prosegue a ritmo sostenuto (+1,3%) la dinamica espansiva evidenziata negli ultimi anni, confermando la forte capacità attrattiva e raggiungendo una quota del 37% sul totale regionale. Tra gli altri territori solo Como (+0,1%) e Monza-Brianza (+0,0%) non registrano cali dello stock di imprese attive, mentre Bergamo (-0,3%), Lodi (-0,3%), Cremona (-0,5%), Lecco (-0,6%) e Brescia (-0,8%) contengono le perdite entro il punto percentuale; le contrazioni più pesanti si registrano a Mantova (-1,4%), Sondrio (-1,4%), Pavia (-1,3%) e Varese (-1,1%). Sono 2.858 le iscrizioni al ruolo artigiano in Lombardia nel terzo trimestre, in lieve crescita su base annua (+1,9%): sembra quindi essersi arrestata la fase discendente che ha caratterizzato gli anni passati, raggiungendo i livelli minimi nel 2017. Le cessazioni, che possono essere dovute alla chiusura dell’impresa o alla perdita del carattere artigiano, crescono però più rapidamente (3.113 movimenti, pari al +4,6%), determinando un saldo negativo (-255 posizioni) e in peggioramento su base annua. Lo stock di imprese attive risulta così ancora in calo (-0,8%), confermando il trend negativo che, a parte una breve parentesi nel 2011, caratterizza la dinamica imprenditoriale artigiana ormai da dieci anni e che ha causato una perdita complessiva di circa 26 mila posizioni, pari al 9,6% della consistenza iniziale. Nel terzo trimestre sono 509 le procedure fallimentari aperte in Lombardia, un numero in lieve calo rispetto allo stesso periodo del 2017 (-1,7%), mentre i concordati, con 22 nuove procedure, interrompono il trend negativo degli ultimi anni (+4,8%), anche se risultano diminuiti di oltre l’80% rispetto al picco del 2013; calano inoltre le altre procedure concorsuali (-35,5%). Sembra quindi che, dopo aver smaltito i lunghi effetti della crisi, le procedure concorsuali si siano riportate su livelli “fisiologici”, anche se un discorso a parte andrebbe fatto per i concordati, il cui andamento ha risentito delle numerose modifiche normative. Risultano infine in calo gli scioglimenti e le liquidazioni, in massima parte volontari (-6,9%), sebbene la variazione cumulata dei primi nove mesi dell’anno risulti positiva per via della crescita registrata nel primo trimestre.