Scuola: Anief, 11 settembre primo sciopero del nuovo anno

Roma – Comincerà con uno sciopero l’11 settembre l’anno scolastico di diverse regioni. A comunicarlo è Anief, con una nota: “L’autorità di garanzia per gli scioperi pubblica l’astensione dal servizio di tutto il personale docente, Ata ed educativo, a tempo determinato e indeterminato delle istituzioni statali e comunali: lo stesso giorno in cui è stata richiesta alla Questura di Roma l’autorizzazione per un sit-in presso Piazza del Parlamento dalle 9.00 alle 14.00 del personale precario durante l’inizio della discussione del Mille-Proroghe presso la Camera dei Deputati, sul quale stanno confluendo anche altre organizzazioni sindacali”. Il sindacato ha elencato i motivi che spingono alla convocazione della manifestazione: dalla difesa della riapertura delle GaE per tutto il personale abilitato alla salvaguardia dei ruoli, dall’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto, inclusi i posti in deroga su sostegno, alla stabilizzazione del personale precario, dall’assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili, a una revisione globale poi della Legge 107/15, che l’attuale governo ha soltanto scalfito, fino allo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale e all’adeguamento degli stipendi all’inflazione. Marcello Pacifico di Anief-Cisal ha spiegato: “Lo sciopero permetterà al personale docente e Ata precario delle regioni, dove l’11 settembre saranno iniziate già le lezioni di poter partecipare alla manifestazione che si terrà a Roma per difendere il testo del Mille-proroghe licenziato dal Senato con l’emendamento salva-precari nel primo giorno di riapertura dei lavori parlamentari a Montecitorio. Ricordiamo che il momento è cruciale: se approvato definitivamente, l’emendamento LeU 6.3 all’art. 6 del decreto legge 91 darebbe modo a migliaia di precari, già entro l’autunno, di avere i contratti di supplenza al termine delle attività didattiche o annuali, proprio dalle graduatorie ad esaurimento e concorrere nei ruoli in surroga rispetto ai posti andati vacanti e disponibili. Inoltre, verrebbe sterilizzato il contenzioso pendente che ha ingolfato i tribunali amministrativi e del lavoro, ponendo fine alla particolarità tutta italiana del mancato incontro tra domanda e offerta, cioè tra posti vacanti e personale abilitato pronto a subentrare”.