Scuola, Anief: “Il dl dignità non aiuta i diplomati della magistrale”

Roma – Continua la polemica dell’Anief contro il dl dignità e le misure da esso previste per le assunzioni nel mondo della scuola. Stavolta, al centro del tavolo, c’è la questione dei diplomati magistrali: “Solo uno su cinque avrà il contratto annuale fino al 30 giugno 2019, mentre gli altri in 43 mila si dovranno accontentare delle supplenze brevi – ha affermato il presidente nazionale Marcello Pacifico intervenendo in diretta radiofonica nel corso del Gr1 Economia – Per questo motivo il sindacato è contrario. Inoltre, chi ha insegnato due anni e ha superato l’anno di prova con riserva doveva essere confermato nel ruolo. E ciò non è avvenuto”. Per Pacifico, quanto previsto dal decreto approvato in via definitiva dal Senato “è tutt’altro che dignitoso perché non porta alcuna soluzione per i 50 mila diplomati magistrale che hanno un diploma e che presto saranno pure licenziati. In 6 mila, certo, avranno la proroga di un anno, poi si andrà verso concorsi non selettivi che però non portano a nulla. Anche a seguito delle continue richieste del sindacato siamo riusciti in extremis a far correggere, col Milleproroghe dall’Aula del Senato, le storture introdotte nella parte della scuola del decreto Dignità. Bisognava solo permettere ai docenti con un’abilitazione di entrare all’interno del doppio sistema di reclutamento da cui si attinge per il 50% da concorso e per il 50% dalle graduatorie ad esaurimento”. Ecco perché, ha concluso Pacifico, “è importante che a settembre venga confermato il provvedimento salva-precari approvato venerdì scorso a Palazzo Madama anche nel passaggio alla Camera: in questo modo per la terza volta il Parlamento riaprirà le graduatorie ad esaurimento e a settembre-ottobre potremo così assumere tutti quei mastri dei 60 mila che non saranno altrimenti mai assunti. Se non sarà così continueremo ad avere gli abilitati ma non nel posto giusto per essere reclutati”.