Medtronic Brescia, Rizzoli: Di Maio forse non sa che azienda non ha ricevuto aiuti di Stato

Milano – “La nuova iniziativa del ministro Di Maio, che ha annunciato un decreto anti-delocalizzazione sul caso Medtronic, e’ una mossa demagogica: effetti speciali, nessuna sostanza e molte conseguenze negative”. Lo ha dichiarato Melania Rizzoli, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia, dopo aver incontrato i rappresentanti di Medtronic, multinazionale di prodotti biomedicali con due stabilimenti nel bresciano, di cui ha annunciato la prossima chiusura. Sabato scorso, il ministro ha dichiarato agli oltre 300 lavoratori che avrebbe varato un decreto che impegna le aziende a rimanere sul territorio nazionale se hanno preso aiuti di Stato, pena la restituzione con gli interessi di quanto ricevuto. “Il ministro Di Maio – ha proseguito Rizzoli – forse non ha avuto modo di verificare che Medtronic non ha preso aiuti di Stato, e’ una realta’ imprenditoriale sana che sta riorganizzando la sua articolazione internazionale. Oppure non si rende conto che varare una misura simile non solo non salvera’ i 300 lavoratori davanti ai quali ha tenuto il suo comizio, attribuendosi perfino il titolo di ‘angelo custode’, ma generera’ l’effetto contrario: cioe’ di disincentivare le aziende a investire sul suolo italiano, e forse, di invogliare la imprese che ci sono ad andarsene. I rimedi sono quindi peggio della malattia”. “Sarebbe preferibile – ha detto ancora l’assessore regionale – che il ministero si occupasse di costruire misure di politica attiva – oltre gli ammortizzatori sociali gia’ previsti dalla normativa nazionale – che aiutino le persone coinvolte a trovare presto una ricollocazione”. “Oltre al nostro impegno di verificare tutte le possibilita’ di mantenere i siti produttivi anche con operazioni di loro cessione ad aziende dello stesso settore biomedicale – ha rimarcato Rizzoli – i lavoratori bresciani della Medtronic potranno contare sul sistema universale previsto dalla Regione Lombardia, per un nuovo inserimento nel mercato del lavoro. Sarebbe giusto che tutti gli italiani potessero contare su sistemi simili”.