Unione Artigiani: luci e ombre sul “Decreto Dignità”

Milano – Apprezzamenti dall’Unione Artigiani per l’annuncio del ministro Di Maio di posticipare di sei mesi l’obbligatorietà della fatturazione elettronica per i carburanti, ma permangono forti preoccupazioni per la portata complessiva dell’entrata in vigore del provvedimento da gennaio 2019. Proposto un regime transitorio misto, come già succede in molti Paesi comunitari.  Disappunto invece circa l’ipotesi di revisione del Jobs Act, con la reintroduzione della “causale” per i contratti di lavoro a termine. Bene l’annunciato rinvio, ma permangono forti preoccupazioni per la scadenza del prossimo gennaio. L’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza plaude alla decisione del Governo di rinviare, per carburanti e sub appalti, l’obbligo della fatturazione elettronica, che però scatterà dal prossimo 1° gennaio 2019 per tutti, secondo quanto anticipato alla stampa dal ministro Luigi Di Maio. “A meno di ripensamenti del governo – spiega il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero -, tra sei mesi l’obbligo di fatturazione elettronica comunque diventerà operativo per tutte le operazioni commerciali che comportano l’emissione di una fattura, non solo per i carburanti. Tutto il mondo artigiano è in apprensione per questa scadenza, che presenterà l’Italia come l’unico Paese dell’Unione Europea a rendere obbligatoria la sola fattura elettronica. La nostra proposta è che si opti per un regime transitorio misto almeno per il 2019, in cui anche la tradizionale fattura cartacea sia accettata, per poi passare gradualmente, ma in armonia con il resto dei Paesi comunitari, alla sola fattura elettronica.” “Ottima l’anticipazione di voler abolire con effetto immediato spesometro, redditometro, split payment e studi di settore – sottolinea Accornero -. Tutto ciò che mette i bastoni tra la ruote a cittadini e imprese da qui ai prossimi mesi dev’essere semplificato o eliminato del tutto e su questi punti apprezziamo l’impegno del nuovo Governo”. Con lo stesso provvedimento, che va sotto il nome di “decreto dignità”, l’Esecutivo domani avvierebbe anche una stretta sul lavoro a termine e su quello somministrato, e le norme contro la delocalizzazione delle imprese che hanno ricevuto contributi pubblici. Per quanto concerne i contratti a termine, il governo appare indirizzato a reintrodurre le “causali”, circoscrivendole a tre fattispecie, vale a dire ragioni tecnico-produttive, organizzative come nuovi progetti o sostitutive. “Accogliamo con disappunto questo provvedimento –  commenta il segretario generale degli artigiani -, che rischia di rendere meno flessibile e più burocratico il già rigido mercato del lavoro italiano, sebbene la l’annunciata limitazione a solo alcune fattispecie e l’obbligo di inserire la causa dal primo rinnovo, potenzialmente mitighino la portata restrittiva della modifica del Jobs Act. L’occupazione non si favorisce intervenendo su leggi, norme e regole, ma avviando una profonda riforma del sistema attraverso semplificazioni e taglio del cuneo fiscale.” “Le nostre imprese vogliono investire anche in risorse umane – conclude Accornero -, ma devono essere messe in condizioni di farlo alla luce di una spietata concorrenza globale. Ci auguriamo che l’Esecutivo riunito domani intervenga attenuandone gli effetti negativi da noi evidenziati.”