Anie, Mattinzoli: serve connubio tra innovazione e tradizione

Milano – “La classe politica e di governo ha un compito sociale fondamentale: tranquillizzare i cittadini e il mondo delle MPMI. Di fronte alla tecnologia e all’innovazione ci si preoccupa del fatto che si possa rimanere sopraffatti. L’individuo teme di essere sostituito dai robot e di non essere piu’ protagonista del mondo del lavoro. Invece sono fermamente convinto che innovazione e tradizione si fondano in un connubio perfetto”. Cosi’ l’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli, intervenuto oggi su delega del presidente Attilio Fontana, all’assemblea di Anie(Federazione Nazionale Imprese Elettroniche ed Elettrotecniche). RADICI SALDE – “Abbiamo il dovere di mantenere salde le nostre radici che ci hanno permesso di diventare quel grande Paese riconosciuto nel mondo, abbiamo il dovere di sentirci parte dell’Europa, che pero’ va subito riformata. Il nostro presidente Attilio Fontana nella sua azione di governo ha le idee ben chiare. Dobbiamo ascoltare, individuare le priorita’, fare sintesi per far parte di un processo che ci veda vincenti di fronte alle sfide internazionali”, ha osservato Mattinzoli. “Qui e’ in gioco il mondo industriale e delle MPMI non all’interno del Paese o dell’Europa, ma rispetto al resto del pianeta, ha sottolineato. Quindi bisogna comprendere che non bisogna dividersi settorializzando per agire a compartimenti stagni. E’ improcrastinabile il fatto che tutti capiscano un concetto:una filiera produttiva puo’ essere di eccellenza solo se tutti i membri di quella filiera lavorano insieme nella stessa direzione”. Anie rappresenta l’industria italiana delle tecnologie e conta 1200 imprese. Digitalizzazione, innovazione e tecnologia i temi al centro del dibattito svoltosi a Milano alla presenza di imprenditori, del presidente Anie, Giuliano Busetto, del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. “Anche la politica – ha concluso Mattinzoli – deve innovarsi. Serve una politica 4.0 capace di produrre un sistema duraturo nel tempo. Occorre una visione strategica che vada oltre il consenso immediato e punti al traguardo a medio-lungo termine. Questo ci portera’ – come da sempre e’ per Regione Lombardia – a una grande stabilita’ di cui andare fieri”.