Turismo: campagna Filcams-Cgil, non c’è turismo senza lavoro

Roma – L’estate è vicina e il web comincia ad affollarsi di spot promozionali istituzionali e pubblicità progresso che promuovono il territorio italiano e le sue località turistiche. Da oggi scende in campo anche la Filcams Cgil con una campagna di comunicazione rivolta ai lavoratori stagionali del settore e alla tutela dei loro diritti. Non c’è turismo senza la tutela del patrimonio artistico e culturale, non c’è turismo senza la tutela dell’ambiente e del paesaggio, non c’è turismo senza la tutela dei lavoratori. Non c’è turismo senza tutele La stagione turistica 2017 è stata la migliore degli ultimi anni. I dati invernali e dei ponti primaverili del 2018 sono altrettanto positivi, così come le previsioni per la stagione estiva. Solo a Pasqua gli italiani in viaggio sono stati il 2,4% in più rispetto al 2017, ed il giro d’affari è cresciuto più che proporzionalmente (7,2%); e si prevede un incremento del 10% di vacanze estive rispetto al 2017 (Cemu – Centro Studi Filcams in collaborazione con SL&A Turismo e Territorio). Anche i dati legati all’occupazione appaiono in crescita: i lavoratori dipendenti nel settore, registrati dall’Istat, sono “almeno” un milione e 71 mila nel quarto trimestre 2017, con un incremento rispetto all’anno prima del 9,4%.  Sono dati positivi che però nascondono tante ombre: diminuiscono, infatti, i contratti a tempo indeterminato (-1%) mentre aumentano quelli a tempo determinato (+4,4%). La Filcams come ogni anno ha lanciato una campagna informativa e social “Non c’è turismo senza tutele” per sensibilizzare i lavoratori stagionali a conoscere i loro diritti: “Chi lavora durante la stagione estiva turistica entra nell’ordine di idee di dover accettare il far west senza alzare la testa” afferma Cristian Sesena segretario nazionale Filcams Cgil. “Le imprese mancano di cultura del settore e si orientano sul massimo guadagno immediato senza programmare l’offerta e il Governo è intervenuto dimezzando l’ex indennità di disoccupazione (NASPI).” Nonostante il buon andamento, il lavoro nel turismo non è un lavoro di qualità: “bisogna richiamare le imprese ad un senso di responsabilità sociale che non hanno. È necessario potenziare le ispezioni e gli interventi per evitare le irregolarità e la diffusione dell’illegalità. I lavoratori del turismo sono la prima interfaccia con cui i turisti si rapportano. Possono concorrere con un servizio di qualità a migliorare l’esperienza della vacanza dei viaggiatori/fruitori. Per fare ciò debbono essere formati, valorizzati correttamente inquadrati e adeguatamente retribuiti.”