Famiglie lombarde, 185mila in povertà. Assessore: invertiremo trend

Milano – La Lombardia e’ una delle aree economiche trainanti del Paese ma la poverta’ assoluta e’ purtroppo ben presente nel suo territorio. Secondo i dati piu’ recenti, nel 2016 nella regione erano 185mila le famiglie che rientravano in tale categoria, oltre 670mila persone, un valore in crescita rispetto all’anno precedente. La nuova Giunta e’ pronta a mettere in campo soluzioni che “puntano a invertire questo trend”, come ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali, abitative e disabilita’, nel corso del suo intervento alla tavola rotonda ‘Reti di inclusione e sussidiarieta’, quale modello di governance in Lombardia per il contrasto della poverta’?’. Al dibattito, organizzato dalla Fondazione Culturale San Fedele, sono stati riepilogati i numeri preoccupanti della situazione: dal 2016 al 2014 la percentuale sulla popolazione delle famiglie in condizione di poverta’ assoluta e’ salita dal 3% al 4,2%. A livello di individui interessa il 6,7% del totale. Aumentano anche le differenze generazionali: rispetto al 2014 gli anziani sono sempre meno poveri, mentre adulti e giovani lo sono sempre di piu’. In Italia, secondo Istat, una persona su quattro, pari al 28,7% della popolazione e’ a rischio poverta’ o esclusione sociale e il dato risulta sostanzialmente stazionario da tre anni a questa parte. Le famiglie che si trovano in gravi condizioni economiche sono l’11,5 % e il numero degli italiani esposti al rischio poverta’ e’ superiore di oltre 4,5 milioni di unita’ rispetto agli obiettivi previsti dalla Strategia Europea 2020. In Lombardia “la percentuale di famiglie che vivono al di sotto della soglia di poverta’ – ha spiegato l’assessore – e’ passata dal 2,6% del 2010, al 4,0% del 2014, per raggiungere il 5,0% nel 2016”. Si trova in poverta’ assoluta l’1,2% di chi ha piu’ di 65 anni, il 4,5% nella fascia 35-64 anni, il 5,9% fra i 18-34enni e l’8,3% dei minorenni, circa 130mila fra bambini e giovani. Quando il capofamiglia e’ in cerca di occupazione l’incidenza poverta’ sale al 9,1% e aumenta anche al crescere dei componenti del nucleo. Si trovano in condizioni disagiate il 6,3% degli uomini, il 7,2% delle donne. “E’ importante sottolineare – ha detto l’assessore – come l’incidenza della poverta’ diminuisca al crescere del livello di istruzione della persona responsabile della famiglia. Con le misure messe in campo fino a oggi e con quelle che saranno previste nel prossimo piano di contrasto alla poverta’, la Regione prevede di contribuire a invertire la rotta che vede aumentare sempre piu’ il divario tra ricchi e poveri e l’esclusione sociale, sia con interventi di carattere economico come il reddito di autonomia, introdotto nel 2015, sia con misure in grado di garantire sistemi di servizi che supportino le famiglie. La promozione del benessere delle famiglie non deve riguardare solo il livello economico ma anche quello relazionale e sociale, con attivita’ che favoriscano l’inclusione attiva dei suoi componenti, di supporto nei momenti di cambiamento significativo, come la nascita di figli, adozioni, separazioni-divorzi”. Nel suo intervento, l’assessore ha ricordato l’impegno della Lombardia contro lo spreco alimentare e la necessita’ di snellire la burocrazia legata agli aiuti da fornire alle famiglie. A margine, ha poi fatto cenno alle linee guida del piano regionale: “Il governo di un sistema sempre piu’ complesso e interdipendente – ha detto – richiede lo sviluppo di un modello di governance che sia in grado di coordinare la molteplicita’ dei fattori in gioco e delle variabili che incidono sulla tenuta stessa del sistema. La strategia si muovera’ lungo quattro direttive strategiche: rafforzare la prevenzione alla poverta’ assoluta, promuovere azioni mirate, favorire la collaborazione inter-istituzionale e sperimentare percorsi ed interventi di innovazione sociale”. Per quello che riguarda il primo punto, si segnala la prosecuzione delle misure dell’iniziativa “Reddito di Autonomia”, una nuova politica sociale integrata per favorire l’autonomia delle persone e garantire opportunita’ reali di inclusione sociale, il riconoscendo ai soggetti in difficolta’ di ulteriori opportunita’ di accesso alle prestazioni in ambito sanitario, sociale, abitativo e di ricerca attiva del lavoro. Il secondo punto prevede azioni mirate per il contrasto alla poverta’ e alla marginalita’ sociale e lavorativa, adottando un approccio multidimensionale, finalizzato alla presa in carico globale del nucleo familiare. Il terzo ambisce a favorire la collaborazione inter-istituzionale e il potenziamento di una rete territoriale di interventi e servizi per la protezione, l’inclusione e l’attivazione delle persone e dei rispettivi nuclei familiari in condizione di poverta’. Infine, c’e’ la sperimentazione di percorsi e interventi di innovazione sociale che, offrendo nuove soluzioni, rispondano in maniera piu’ efficace all’emergere di bisogni specifici.