Uil: no al taglio del Fondo Sanitario Nazionale

Milano – “Dopo l’incontro tenutosi in Conferenza Stato Regione, dove è emersa la proposta di tagliare di circa 2 miliardi di euro le risorse del Fondo Sanitario Nazionale, esprimiamo forte preoccupazione riguardo alle iniziative che Regione Lombardia dovrà mettere in campo per evitare alterazioni dell’equilibrio di bilancio”. Così in una nota Uil, Uilp e Flp di Milano e Lombardia. “L’impatto di un simile taglio sulla nostra Regione sarebbe quantificabile in circa 500 milioni di euro; la Lombardia rappresenta il meglio della Sanità italiana e si colloca in posizione prevalente anche in Europa. Una riduzione dei L.E.A., i Livelli Essenziali di Assistenza, andrebbe ad incidere sui bisogni sanitari dei cittadini lombardi oltre le misure consentite da una normale e garantita attività sanitaria che se ridimensionata potrebbe generare danni alla sicurezza sanitaria e strutturale del sistema. Occorre quindi invertire la rotta e procedere con politiche di sviluppo e investimenti mirati sul territorio in linea con il programma straordinario degli investimenti da poco citato sia dall’Assessore alla Sanità che dal Presidente della Regione. Il paventato taglio al Fondo Sanitario Nazionale avrebbe conseguenze disastrose in Lombardia; oltre ad abbassare la percentuale del rapporto defict/pil, tra i più bassi dei Paesi dell’occidente Europeo (6,8% del Pil italiano rispetto 8,6% della media Europea), creerebbe i presupposti per accelerare la fine del SSN che a tutti i livelli Istituzionali Europei e mondiali costituisce modello sanitario di riferimento e di esempio. La UIL si pone in forte contrasto ad interventi depressivi sui bisogni sanitari mirati al recupero delle risorse finalizzate al pareggio di bilancio. L’auspicata riduzione del ticket per le famiglie bisognose non va abbandonato, come l’aiuto attraverso i voucher a malati speciali, ma deve essere alla base delle politiche sociali ed economiche di Regione Lombardia. Allo stesso modo lo sblocco del turn-over e la stabilizzazione del personale deve essere garantita”, concludono i sindacati.