Start-up innovative agroalimentari, 130 in Italia. Milano al top

Milano – Sono 130 le start-up innovative in Italia che si occupano di agroalimentare, tra coltivazione, pesca, produzione e settore vitivinicolo secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese relativi alle sedi di impresa iscritte come start up innovative al 1 marzo 2018 (http://startup.registroimprese.it). Milano è prima in Italia per start-up innovative del settore alimentare con 12 imprese su 130, il 9,2% del totale nazionale. Al secondo posto un’altra lombarda, Bergamo, con 11 start-up innovative (8,5%) mentre terza è Napoli con 6 (4,6%). La metà delle start-up innovative opera nel settore dell’industria alimentare mentre una su tre nelle coltivazioni agricole. Il 17% delle start up innovative del settore agricolo è a gestione femminile e il 21% a prevalenza giovanile. Tra queste nuove realtà c’è l’impresa siciliana che applica tecnologie green per la produzione di arance, ficodindia e manna, l’agriturismo marchigiano che sperimenta modelli di intervento agronomico con macchine operatrici in grado di dosare i fattori produttivi e sistemi di tracciabilità digitale di prodotti naturali e agricoli, l’azienda milanese che imbottiglia e vende “bubbly drinks” simili a champagne e spritz ma senza alcool e quella che vende online il cibo per cani da asporto con ricette preparate giorno per giorno da una veterinaria nutrizionista. E poi la società creata da coppie di cognati che produce e distribuisce tramite piattaforma cloud birra a basso contenuto calorico che riduce il senso di gonfiore e ne aumenta la tollerabilità, il parco tecnologico del lodigiano specializzato nel settore agroalimentare, l’impresa di Udine che produce pasti pronti di alta qualità cucinati sottovuoto e pastorizzati a freddo attraverso un processo innovativo che sta brevettando e la società del veronese che coltiva microalghe in impianti con fotobioreattori tubolari di propria concezione e brevettati.