Cgil: Marx, duecento anni di storia

Roma – In occasione del bicentenario della nascita del filosofo tedesco Karl Marx, un nutrito gruppo di associazioni, fondazioni e istituti culturali, tra cui la Cgil, la Fondazione Di Vittorio, l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, il Circolo Gianni Bosio, Critica Marxista, il Centro riforma dello Stato, le Fondazioni Basso, Feltrinelli e Gramsci, organizzeranno una serie di iniziative che si svolgeranno a partire dal mese di marzo e si concluderanno in autunno con un convegno nazionale a cui parteciperanno studiosi italiani e di altri Paesi. Per illustrarle si è tenuta nella mattina di oggi, 12 marzo, una conferenza stampa a Roma, nella quale è stato presentato il sito Internet dedicato, http://www.marx200.it, costruito attraverso una qualificata produzione editoriale e tanti supporti multimediali per far conoscere nelle scuole, e non solo, la figura di Karl Marx: un esperimento work in progress, un contenitore – vetrina delle varie iniziative e produzioni editoriali relative alla figura del filosofo tedesco, un sito dinamico e costantemente aggiornato che raccoglie tra l’altro scritti e interventi di Marx e su Marx. Tra le varie iniziative presentate oggi da segnalare la mostra virtuale (Uno spettro si aggira in Biblioteca potrebbe essere il titolo) sull’edizione delle opere di Marx coordinata dall’Archivio storico Cgil nazionale e realizzata attraverso i preziosi, e in alcuni casi unici, materiali delle Fondazioni Gramsci, Basso e Feltrinelli. Per l’Archivio storico Cgil nazionale continua la collaborazione con la piattaforma tecnologica Google Arts & Culture, sviluppata da Google e disponibile sul web da laptop e dispositivi mobili, o tramite l’app per iOS e Android per permettere agli utenti di esplorare opere d’arte, documenti, video e molto altro di oltre 1.000 musei, archivi e organizzazioni che hanno lavorato con il Google Cultural Institute per trasferire in rete le loro collezioni e le loro storie; piattaforma già utilizzata per la messa on line della mostra Bruno Trentin, dieci anni dopo.