Ato: l’acqua dei milanesi è sicura

Milano -La notizia apparsa sui quotidiani in merito agli esiti degli studi condotti negli anni passati dall’Istituto Mario Negri ha suscitato qualche apprensione. “Ato Città Metropolitana di Milano tiene a precisare in una nota che lo studio effettuato dall’Istituto riguardava le acque superficiali, i fiumi e le acque di prima falda che non sono destinate al consumo umano. La ricerca condotta dall’Istituto Mario Negri verteva su inquinanti generalmente diffusi sul territorio e ha dimostrato che le acque sotterranee utilizzate ai fini idropotabili sono risultate esenti dai nuovi composti presi in esame. L’acqua dei milanesi è controllata, garantita e sicura, pienamente conforme al D.L. 31 del 2 febbraio 2001. I dati della ricerca in oggetto, a cui MM SpA ha collaborato, sono serviti alla società per indirizzare i propri controlli, finalizzati a prevenire e monitorare nuovi potenziali micro inquinanti così da anticipare quelle che potranno essere le prossime linee guida europee in tema di monitoraggio e controllo qualità delle acque destinate al consumo umano. Per quanto riguarda I depuratori di Milano, come certificato annualmente dagli organi di controllo (ARPA), essi scaricano costantemente acque trattate conformi a tutti i parametri di legge. In particolare le acque di scarico rispettano una delle normative più severe a livello mondiale per il riutilizzo delle acque, il DM 185/2003, rappresentando uno dei principali esempi positivi europei sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. A totale garanzia della qualità dell’acqua potabile distribuita, MM esegue nel corso dell’anno numerosi campionamenti di acqua per analizzare parametri chimico-fisici, chimici e microbiologici. Nel 2016 (dati Bilancio di Sostenibilità) sono stati effettuati 17.809 campionamenti sui quali sono stati analizzati un totale di 250.799 parametri. La percentuale di conformità è del 99,56%. In ragione di ciò, è possibile affermare che l’acqua di Milano è una delle migliori e più controllate d’Europa”.