Innovabiomed: dallo spazio la nuova frontiera biomedicale

Verona – Dalla prospettiva di una chirurgia su Marte al futuro di quella terrestre, dalle sperimentazioni spaziali per le urgenze medico-chirurgiche alle prossime terapie oncologiche. E’ iniziato con questi temi l’attesissimo convegno di apertura incentrato sul tema “The Health Care (R)Evolution”che ha dato il via alla prima edizione di Innovabiomed con le lectio magistralis del Prof. Mauro Ferrari (Presidente e CEO Methodist Hospital Research Institute di Houston-Texas) e dell’Ing. Tommaso Ghidini (Responsabile della sezione di Tecnologia dei materiali all’Agenzia Spaziale Europea – ESA, L’Aia-Olanda) – illustri scienziati e ricercatori di fama mondiale che rappresentano un vanto per il nostro Paese, presentando le ultime frontiere della ricerca per tracciare  la strada di una innovazione in ambito medico a partire già dai prossimi anni. Come evidenziato da Tommaso Ghidini le spedizioni spaziali e i progetti di insediamento sulla Luna e su Marte e lo straordinario lavoro di preparazione che vi sta alla base costituiscono un terreno di sperimentazione fattiva e un banco di prova senza precedenti per tutto ciò che riguarda la ricerca in campo 3D e in tutte le sue possibili applicazioni che nelle prossime imminenti missioni verranno utilizzate in caso di emergenza a svariati livelli per aiutare gli astronauti in momenti di difficoltà clinica nel lungo viaggio verso l’ignoto e nella permanenza una volta arrivati a destinazione. Verranno testate anche soluzioni innovative mediche atte a ripristinare lesioni da ustioni sul corpo riproducendo ex novo lembi di pelle o organi vitali. Verranno formati ad hoc medici generalisti e chirurghi in grado di intervenire con metodiche innovative in situazioni di necessità sulla futura colonia di Marte. Già oggi le stazioni spaziali, come sottolineato da Mauro Ferrari, sono il luogo in cui vengono collaudate le più interessanti innovazioni in ambito medico-scientifico: attualmente, ad esempio, si sta studiando la possibilità di riprodurre nello spazio i polmoni necessari per i trapianti,  e allo stesso tempo, il problema del calo delle funzioni muscolari e scheletriche degli astronauti viene affrontato attraverso l’utilizzo delle nanoghiandole impiantate in topi già in orbita da tempo. Ed è proprio lo studio sulle nanoghiandole, innestate sottocute consente un rilascio lento e controllato che evita gli effetti collaterali delle chemioterapie e rappresenta già le nuove frontiere nelle terapie di ultima generazione contro le metastasi. Parallelamente la medicina sta cercando di affinare i “sistemi di trasporto” dei farmaci in grado di superare le barriere biologiche presenti negli organi e di ottimizzare sempre più in modo mirato l’aggressione alle cellule tumorali; un campo di ricerca, quest’ultimo, su cui sono impegnati attivamente studiosi italiani a livello internazionale. Questa mattina in un Auditorium Verdi gremito presso il Centro Congressi Palaexpo di Veronafiere come da programma hanno aperto la giornata inaugurale i saluti tra gli altri di Maurizio Danese (Presidente di Veronafiere), Federico Sboarina (sindaco di Verona).