Gruppo Banco-BPM: Fisac-Cgil, un futuro per Lodi

Milano – Ad oltre un anno dalla fusione fra ex BPM ed ex Banco Popolare, il Banco BPM attende ancora di conoscere confini e contenuti della sua identità (ad oggi mancano ancora l’organigramma e il programma delle funzioni della banca). “La Fisac-Cgil di Lodi e gli organi di Coordinamento della Fisac-Cgil all’interno del Gruppo BancoBPM – si legge in una nota sindacale – hanno più volte espresso preoccupazione rispetto a questi processi in essere, e ciò per una serie di motivazioni che vanno dalla garanzia dei livelli dell’occupazione nel territorio di riferimento, alle potenziali ricadute economiche e sociali che tali azioni possono avere, alla qualità della vita dei lavoratori coinvolti e, non ultimo, alle importanti professionalità presenti che rischiano di non trovare più spazi soddisfacenti e adeguati per contribuire allo sviluppo della nuova Banca. Noi riteniamo che oggi, alle soglie del 2018, non ci siano impedimenti nel pensare e proporre soluzioni che possano contemperare il benessere dei lavoratori, le esigenze dell’azienda e lo sviluppo del territorio. Bpl City a Lodi dispone di ottima logistica, (parcheggi e stazione ferroviaria vicina, collegamenti con Milano ogni 30 minuti circa, anche meno nelle ore di punta), ampi spazi e preziose competenze da utilizzare, in aggiunta alla “mission” di Polo per la Formazione: ci riferiamo a quelle informatiche e di gestione immobiliare, senza dimenticare l’attività in bonifici e pagamenti o la gestione del credito, ordinario e problematico, per la quale Lodi potrebbe diventare polo di recupero per tutto il gruppo.  In un tale progetto non ravvisiamo alcuna contraddizione con le richieste della BCE di unicità di direzione: le responsabilità superiori devono restare certe e ben localizzate ma, al giorno d’oggi, non è impossibile o impensabile gestire strutture complesse articolate su territori diversi.  Le Istituzioni locali e le espressioni dei vari territori in seno al Consiglio di Amministrazione del Banco – anche a tutela dell’indotto economico – hanno il dovere di aprire una profonda e seria riflessione al riguardo, nell’interesse del territorio, dei lavoratori e della banca stessa”.