Sanità: riforma, al via i rapporti con le Università

Milano – Nuove regole per la formazione degli specializzandi universitari in strutture sanitarie in modo da consentire una graduale autonomia della loro attività; incentivi allo sviluppo della ricerca scientifica e dell’innovazione nella didattica e nella formazione sociosanitaria; revisione del protocollo d’intesa che regola i rapporti tra le Università e il Servizio Sanitario Regionale, con l’obiettivo di facilitare al personale universitario la conciliazione tra l’attività di formazione e quella di cura. Sono queste alcune delle novità e dei contenuti principali della quarta parte della riforma regionale del sistema socio-sanitario lombardo relativa al ruolo e al rapporto con le Università approvata oggi a maggioranza in Consiglio regionale. La legge definisce tra l’altro anche i rapporti tra il servizio sociosanitario lombardo e le Università tramite un Protocollo d’intesa specifico per le attività assistenziali, didattico-formative e di ricerca. Viene inoltre istituito, come organismo di supporto alla programmazione regionale, un Comitato di indirizzo: tra le sue mansioni, come previsto in un emendamento proposto dal Partito Democratico e approvato in Commissione Sanità, è inclusa anche la valutazione del fabbisogno “di medici, di laureati nelle professioni sanitarie e di specializzandi”. Le novità introdotte dal provvedimento, che interviene sugli articoli 29, 31, 33 e 34 della legge regionale n.33 del 2009, saranno oggetto di un periodo sperimentale di 5 anni complessivi (i primi 3 anni impiegati per la verifica della sperimentazione, i successivi due per individuare eventuali interventi correttivi) al termine dei quali la Regione, in collaborazione con il Ministero della Salute e con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, valuterà i risultati conseguiti.