Chiuso il XVI congresso di FIVA Confcommercio, Errico rieletto alla presidenza

Ancona – A scrutinio segreto, il voto unanime (737 voti congressuali su 737) sancisce la sesta presidenza Errico. Rieletto il Consiglio ad altri organi federali, aggiornato lo Statuto, presentati i documenti statistici. La sfida: “Contribuire al rilancio del Paese col rilancio delle aree mercatali. Chiudere la vicenda Bolkestein con misure definitive”. Giacomo Errico raggiunge per la sesta volta consecutiva la presidenza di FIVA CONFCOMMERCIO, l’associazione di categoria più rappresentativa del commercio ambulante e su aree pubbliche. Una riconferma plebiscitaria decretata da un voto a scrutinio segreto unanime (737 voti congressuali su 737) che riconosce il lavoro delle precedenti gestioni e lancia la FIVA verso il prossimo quinquennio. Nella relazione programmatica, l’alleanza tra imprese cittadini e politica come fulcro del piano di rilancio del Paese: “C’è disgregazione, sono aumentate le diseguaglianze e l’instabilità sociale e politica. Cittadini ed imprese hanno bisogno di realismo e crescita. Servono politiche nuove per le aree mercatali: i problemi non stanno solo nel rilascio delle concessioni, i nostri mercati sono in condizioni pietose, e le difficoltà economiche proprie del settore sono inasprite da ritardi, incertezze e contraddizioni delle amministrazioni”. Una visione che si sostanzia su dati concreti e su una agenda precisa: “Ripartiamo dai venti milioni di consumatori che visitano i nostri mercati una volta a settimana. Ma anche dall’impegno della nostra associazione, perché insista sulla formazione professionale e faccia crescere una nuova leva di giovani imprenditori, perché sappia pensare il futuro di un settore che ancora incontra il solido gradimento dei consumatori ma ha bisogno di manutenzione. E chiediamo ascolto alla politica, con forza. Duecentomila imprese, oltre mezzo milione di addetti, quasi ottomila mercati settimanali e più di quattromila fiere l’anno non sono soltanto numeri rispettabili. Sono un pezzo di Paese che coniuga tradizione e modernità del servizio, capillarità e dimensione umana, capacità d’impresa e sostegno ai consumatori deboli. Un mondo di piccole imprese che merita di essere sostenuto e valorizzato”. Altro tema centrale all’ordine del giorno, l’interpretazione degli snodi fondamentali dell’ultima “legislatura”. Su tutti il riordino normativo del settore: “La gestione della cosiddetta Bolkestein, oltre a spaccare in due la categoria, ha creato una deprecabile situazione di caos normativo che non risolve le condizioni critiche in cui versano i nostri mercati. È necessario che su questa vicenda si metta un punto definitivo: la precarietà e l’incertezza generate dalle battaglie ideologiche e dai calcoli elettoralistici di certa politica va contro al reale interesse delle imprese. Abbiamo raggiunto un risultato equilibrato, cercando di governare la Direttiva: messo in sicurezza le imprese con l’Intesa, sistemato le normative regionali, affrontato i primi bandi. E riaffermato la nostra forza sindacale e la nostra rappresentatività, per quanto alcuni si illudano di poterla negare, baloccandosi sui social. Oggi è necessario, addirittura improcrastinabile, un provvedimento che contemperi buona amministrazione ed esigenze d’impresa. Per noi questo provvedimento già esiste e si chiama Intesa in Conferenza Unificata. Dall’adozione del criterio della professionalità non si torna indietro”.