Logistica, contratti e ambiente: parla Stanzione (Filt-Cgil)

Milano – All’inizio della settimana un lungo sciopero nazionale degli addetti alla logistica e alla consegna delle merci proclamato dai sindacati confederali, con un’adesione che ha sfiorato il 100%. Sul tavolo il contratto ma anche forme di lavoro fuori dagli schemi e una città, Milano, in sofferenza ambientale. “O si colgono le profonde trasformazioni che sono in atto oppure questo settore farà a meno di chi lo rappresenta”, spiega Luca Stanzione, segretario milanese della Filt Cgil. “L’economia digitale è una novità che ha condizionato le vite di tutti e ha travolto il settore del trasporto delle merci imponendo a tutti grandi cambiamenti. La Logistica non è più una funzione marginale della produzione industriale o della commercializzazione ma è essa stessa determinante nella definizione del valore di un prodotto. Per questo servono regole nuove e un contratto nazionale che sia strumento di questo cambiamento”. Ma logistica vuol dire anche lavoro per i giovani. Quali sono le vostre proposte ai grandi gruppi come DHL o Amazon, due facce della stessa medaglia? “L’avvento dell’ “economia della connessione” ha imposto alle aziende l’utilizzo di nuove figure professionali caratterizzate da una più alta specializzazione e una maggiore propensione al continuo cambiamento. – spiega Stanzione – Ci sono due strade: rendere possibile l’accesso dei giovani nelle aziende attraverso piani di accompagnamento alla pensione dei lavoratori che negli ultimi anni si sono visti allungare l’età pensionabile e con essa l’angoscia personale di non riuscire fisicamente a fornire la produttività necessaria. Al contempo è necessario un forte piano di investimenti per la riconversione e l’aggiornamento professionale di quei lavoratori che hanno davanti una lunga attività lavorativa e hanno visto negli ultimi anni uno straordinario dinamismo delle proprie aziende. Dovrebbero essere questi i temi con cui confrontarsi nella trattativa del contratto nazionale invece è due anni che le associazioni di rappresentanza delle aziende non colgono le opportunità del settore ma sono alla ricerca unicamente del risparmio sul costo del lavoro. Il sindacato è pronto a fare la sua parte se c’è qualcuno batta un colpo”. Nelle grandi città come Milano Logistica vuol dire misurarsi coi problemi ambientali. Il sindacato ha una ricetta? “La Regione e il Comune possono davvero fare la differenza. Per esempio si potrebbero sperimentare alcune scelte che riguardano il cosiddetto ultimo miglio. Oggi il traffico delle merci a Milano non ha una reale politica degli orari e questo alimenta un’oggettiva congestione della città. Sull’utilizzo dei bykers il sindacato e le istituzioni devono cogliere le novità. Noi dobbiamo fornire gli strumenti contrattuali affinché sia possibile l’utilizzo di mezzi diversi per la consegna nelle case e nelle attività commerciali, si tratta di inserire nel contratto nazionale del trasporto merci alcune nuove figure e al contempo costruire regole nuove sugli orari di lavoro. Amazon è l’esempio – a Milano – di come sarà nel futuro il mercato della distribuzione dei prodotti in città: un centro logistico dentro i confini dell’urbano e medio piccoli mezzi di distribuzione”, conclude Stanzione.