Conftrasporto: Sangalli, superare deficit infrastrutturale

Cernobbio (Co) – Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha aperto i lavori del terzo Forum Internazionale di Conftrasporto che si tiene a Cernobbio. Sangalli ha riconosciuto al governo il merito “di aver iniziato un percorso di distensione fiscale e di aver mantenuto l’impegno di eliminare le clausole di salvaguardia per il 2018”. “Una decisione importante – ha aggiunto il presidente – che premia una tenace battaglia di Confcommercio, spesso condotta in solitudine. Speriamo di non essere soli quando si tratterà di contrastare gli aumenti dell’Iva che restano sul tappeto per il 2019 e per 2020: il cui importo complessivo, voglio ricordarlo ai meno attenti, vale ancora la cifra monstredi oltre 26 miliardi di euro”. Sul tema centrale del Forum, quello dei trasporti e della logistica, Sangalli ha detto: “Un asset strategico per l’Italia. Interessati da timidi segnali di ripresa, si sono dimostrati davvero capaci di assorbire maggiori traffici. Eppure tutto ciò non si trasforma in maggiore ricchezza per l’economia”. “Il punto cruciale – ha detto Sangalli – è che a beneficiare di questi ritrovati traffici e, soprattutto, della loro crescita futura non sono e non saranno le nostre imprese e il nostro Paese, ma gli operatori stranieri. Infatti, in dieci anni il valore del trasporto internazionale di merci in Italia è cresciuto di quasi 4 miliardi di euro, mentre le imprese italiane del settore hanno perso oltre un miliardo e mezzo di euro. I trasporti sono, purtroppo, sempre più in mano alle imprese straniere. In particolare, le imprese dei Paesi dell’Est Europa stanno mettendo in crisi il nostro trasporto su gomma e oggi hanno in pugno oltre la metà del mercato internazionale in Italia. In questo contesto di “colonizzazione” massiccia i nostri imprenditori per sopravvivere e continuare ad operare sul mercato nazionale sono costretti a delocalizzare. Una delocalizzazione che penalizza i redditi interni, riduce il tasso d’innovazione, pregiudica le prospettive di integrazione del sistema con il resto dell’Europa e del mondo. A salire sul banco degli imputati sono, ancora una volta, le nostre debolezze strutturali. Mi riferisco al deficit di infrastrutture e all’eccesso di burocrazia e di pressione fiscale, fattori che penalizzano e rendono meno competitive le nostre imprese”. “Basti pensare – ha aggiunto Sangalli – che per via di lungaggini e adempimenti burocratici, le imprese italiane di navigazione e di autotrasporto perdono complessivamente oltre un miliardo di euro all’anno in termini di guadagni e di fatturato. Allora è necessario fare presto e bene perché rischiamo di perdere un intero comparto che è di fondamentale importanza per l’economia e le prospettive di crescita del Paese”. “Le priorità a nostro avviso – ha concluso Sangalli –  sono chiare: un contrasto più forte alla concorrenza sleale e al dumping sociale nell’autotrasporto; l’applicazione del principio “chi meno inquina meno paga” per un trasporto più sostenibile; l’incentivazione dell’intermodalità; la piena attuazione della strategia d’intervento “Connettere l’Italia” prevista per il settore e del Piano nazionale strategico della portualità e della logistica”.