Roma – L’Appello “Avete tolto senso alle parole” – prima firmataria Susanna Camusso – con il quale sono state convocate le migliaia di iniziative e di manifestazioni che si terranno domani in tutta Italia, ha sollecitato un gruppo di uomini che da tempo si incontra e lavora sul tema della violenza di genere contro le donne nell’ambito dell’esperienza di “MaschilePlurale”, a prendere parola pubblica. Ecco il testo firmato da numerosi dirigenti sindacali: “A voi donne e a tutti gli uomini vogliamo innanzi tutto dire: siamo noi uomini i responsabili della violenza contro di voi. Un’altra donna è stata uccisa. Da un uomo. Questa volta è toccato a una ragazza: Nicolina una ragazza di 15 anni. Ancora una volta sdegno e costernazione vengono dichiarate pubblicamente. Ancora una volta, però, senza che si dica da parte nostra, da parte di noi uomini, in modo esplicito e non equivoco che la responsabilità umana, culturale e politica della violenza contro di voi è nostra. Diciamolo in esplicito, allora: la violenza contro le donne è responsabilità di noi uomini e solo di noi uomini. È responsabilità di noi tutti e non solo del singolo uomo che materialmente la mette in atto. Noi, gli uomini, con i nostri valori, credenze, desideri e fantasie su di voi, sul posto che vogliamo occupiate nel mondo, siamo i portatori e gli esecutori di tanta violenza contro di voi. Ognuno di noi, quindi, deve innanzi tutto dichiarare la sua responsabilità politica e umana. Ognuno di noi, prima di ogni altro atto di riparazione, scusa, dichiarazione di solidarietà o desiderio di cambiamento, deve assumersi la responsabilità e rispondere della violenza che il sistema di valori, di credenze, di concreti comportamenti che l’universo degli uomini ha storicamente prodotto e grava sulla vostra libertà. Questo è il primo passo ed è necessario e dobbiamo compierlo se vogliamo imparare a rispettare i vostri corpi, i vostri desideri, la vostra libertà. La violenza contro di voi nasce da noi, dalla nostra cultura, dal nostro sistema di valori dalla nostra, maschile, concezione della vita e, quindi, noi riguarda e noi interpella. Se vogliamo, davvero, imparare ad ascoltarvi e a rispettarvi, se vogliamo, davvero, cambiare noi stessi, il modo con cui ci comportiamo, la relazione che abbiamo con voi, il mondo in cui viviamo, dobbiamo diventare consapevoli che è proprio da noi e dal nostro sistema di valori e di giudizio che la violenza verso di voi nasce. Vogliamo, perciò, dire a voi e a tutti gli uomini che è possibile compiere una scelta di cambiamento profondo, che è possibile scegliere e di conseguenza comportarci. Scegliere il rispetto della vostra libertà, scegliere relazioni fondate sul riconoscimento del vostro desiderio, scegliere il rifiuto della violenza verso di voi, scegliere di imparare e cambiare con nuove relazioni con voi e tra di noi. Ciò che possiamo fare è scegliere un impegno personale e politico, è lavorare per diventare uomini differenti, uomini accoglienti e non più violenti, uomini per cui la svalutazione e il disprezzo per voi, i vostri desideri e la vostra libertà, per cui l’arroganza, la violenza, la sopraffazione su di voi possa, davvero, diventare un brutto ricordo. Partendo da questo desiderio di riconoscimento e valorizzazione della vostra libertà, da questo desiderio di cambiamento personale e politico vogliamo partecipare consapevolmente all’iniziativa indetta per il 30 settembre nelle piazze di tutta Italia, dal Segretario Nazionale della CGIL Susanna Camusso: “Riprendiamoci la libertà!”. Vogliamo accogliere e fare nostre anche le parole da lei usate: “la violenza maschile sulle donne non è un problema delle donne”. È un problema degli uomini e noi uomini, per porvi rimedio, dobbiamo rompere il nostro silenzio e dire la nostra responsabilità, anche per ridare senso alle parole che usiamo”.