Istat: lavoro, boom nel secondo trimestre (2)

Roma – In questo contesto, l’insieme dei dati provenienti da fonti diverse mette in luce i seguenti aspetti significativi: la crescita tendenziale dell’occupazione e’ ancora interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente in termini sia di occupati (+2,1 per cento) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,2 per cento). Cio’ trova conferma nei dati del ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (Co) rielaborate (+437 mila posizioni lavorative nella media del secondo trimestre 2017 rispetto al secondo del 2016) e nei dati dell’Inps-Osservatorio sul precariato riferiti alle sole imprese private (+553 mila posizioni lavorative al 30 giugno 2017 rispetto al 30 giugno 2016). L’aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti riguarda tutte le classi dimensionali d’impresa. Il lavoro indipendente continua a diminuire sia a livello tendenziale (-203 mila occupati, -3,6 per cento) riguardando in quasi un terzo dei casi i collaboratori, sia congiunturale (-71 mila occupati, -1,3 per cento), accentuando il suo trend negativo di medio periodo. Le posizioni lavorative dipendenti presentano, nei dati destagionalizzati, un incremento congiunturale concentrato nel settore dei servizi. Infatti nel secondo trimestre 2017 dalle comunicazioni obbligatorie le attivazioni hanno superato i 2,3 milioni di unita’ a fronte di 2,2 milioni di cessazioni, determinando un saldo positivo (attivazioni meno cessazioni) di 111 mila posizioni di lavoro dipendente. Cio’ e’ dovuto alla crescita nei servizi (+98 mila posizioni) e, seppure ridotta, nell’industria in senso stretto (+11 mila). Nell’agricoltura si osserva un lievissimo incremento (+4 mila) mentre nelle costruzioni prosegue la lieve riduzione (-2 mila posizioni). Andamenti analoghi si riscontrano nelle posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo dove la variazione congiunturale dell’1,1 per cento (+131 mila posizioni) e’ dovuta a un aumento consistente nei servizi (+1,5 per cento, +119 mila posizioni) e meno marcato nell’industria in senso stretto (+0,4 per cento, +13 mila) a fronte di una variazione nulla nelle costruzioni. Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti e’ frutto di 56 mila posizioni a tempo indeterminato e di 55 mila posizioni a tempo determinato.