Cgil, Cisl, Uil: lavoro stabile nell’impresa 4.0

Roma – Vincenzo Colla e Maurizio Landini, segretari confederali della Cgil, Angelo Colombini, segretario confederale della Cisl, e Tiziana Bocchi, segretaria confederale della Uil, al termine dell’iniziativa di presentazione dei risultati del Piano nazionale Industria 4.0, in una nota unitaria, spiegano che i dati illustrati oggi nel corso della cabina di regia del “Piano nazionale Impresa 4.0”, indicano che c’è una ripresa degli investimenti produttivi, che occorre proseguire in questa direzione, però resta ancora molto da fare.  Dal punto di vista del metodo, Cgil, Cisl e Uil sono convinte che la complessità e trasversalità dei temi trattati richiedano un maggior coinvolgimento delle parti e dei ministeri interessati. Nel merito, gli investimenti per l’ammodernamento di macchinari e impianti e quelli indirizzati alla ricerca e sviluppo, hanno un segno positivo utile a far ripartire la nostra economia e con essa la produzione e la produttività. Emerge però una concentrazione territoriale degli investimenti che non favorisce quel rilancio nel Mezzogiorno di cui abbiamo bisogno, e non fa decollare la necessaria crescita dimensionale delle imprese italiane, con la costruzione di un nuovo sistema di rete-filiere di impresa. Così come è necessario che il “Piano nazionale Impresa 4.0” favorisca la formazione e la stabilità e qualità dell’occupazione. Ed è proprio su questi ultimi temi che Cgil, Cisl e Uil ritengono si debbano concentrare le prossime iniziative per fare in modo che davvero la quarta rivoluzione industriale si trasformi in un’opportunità concreta per il nostro Paese. Altro punto dolente riguarda l’occupazione, e la necessità di intraprendere percorsi volti a riqualificare e creare nuova e buona occupazione attraverso adeguati investimenti pubblici e privati. Perciò, per Cgil, Cisl e Uil “Impresa 4.0”, riguardando l’intera società italiana, coinvolgendo tutti gli aspetti dell’economia dalla produzione ai consumi, ai trasporti, alle comunicazioni, e ponendo un nuovo rapporto tra ambiente e sostenibilità delle produzioni, debba inserirsi in un più ampio piano di politiche industriali, basato su missioni strategiche precise, che sappia, attraverso lo sviluppo di una nuova concezione dei sistemi produttivi, dispiegare una programmazione efficace nel medio e lungo periodo. Infine la governance. Per indirizzare e monitorare al meglio le misure previste e le azioni da intraprendere è fondamentale fare in modo che il “Piano Nazionale” si avvicini di più ai territori costituendo Cabine di Regia regionali in cui tutti i soggetti, a partire dalle parti sociali, possano valutare meglio e più da vicino come le decisioni nazionali andranno a incidere sulle diversità locali.