Pensioni, Camusso (Cgil): nessuna certezza sulle risorse dal governo

Roma – “Siamo ancora in un quadro di incertezza, abbiamo chiesto di esplicitare le risorse da destinare al capitolo pensioni ma non ci sono state dette. Non siamo quindi in grado di valutare la dimensioni degli interventi”. Questo il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine del tavolo sulle pensioni che si è svolta al ministero del Lavoro. La Cgil rimane critica anche sul blocco della crescita dell’età pensionabile legata all’aspettativa di vita: per noi, ha ribadito il segretario generale, è dirimente per valutare tutto il lavoro ai tavoli con il governo”. “Abbiamo detto – ha sottolineato Camusso – anche negli incontri precedenti che per noi quello è un punto fondamentale, anche in coerenza con le cose che con il governo abbiamo scritto l’anno scorso, perché nella fase due era previsto di discutere come intervenire. Quindi è chiaro che quello è il tema che più interessa i lavoratori e le lavoratrici su cui stanno aspettando una risposta”. Nel corso dell’incontro, Poletti ha proposto, per le donne con figli, l’ipotesi di abbassare fino al massimo di due anni i requisiti contributivi per l’Ape sociale, in modo da far crescere del 40 per cento le domande, ancora molto al di sotto (un terzo) di quelle presentate dagli uomini. Anche in questo caso la Cgil è molto scettica. Per Camusso ciò “non significa occuparsi di lavoro di cura, servono norme a carattere universale”. Il governo, secondo quanto detto dal ministro Poletti, avrebbe confermato l’impegno a tornare al sistema della rivalutazione degli assegni pensionistici precedente al blocco dell’indicizzazione. Entrerebbe in vigore dal 2019. Una commissione che vedrà coinvolti il ministero, i sindacati e gli istituti come l’Istat dovrà elaborare un’analisi condivisa per verificare la composizione del paniere. Ora governo e sindacati dovrebbero incontrarsi di nuovo il 13 settembre.