Cisl: cresce l’occupazione, difficoltà per i giovani

Milano – Crescono gli occupati in Italia. Negli ultimi due mesi il numero di chi ha un lavoro ha superato quota 23 milioni, una soglia, questa, oltrepassata solo nel 2008, prima dell’inizio della lunga crisi economica mondiale. Nel complesso, tra luglio e giugno 2017 la crescita è stata dello 0,3% (+59 mila), un dato che conferma la persistenza di una fase di espansione. Il tasso di occupazione è salito al 58,0% (+0,1%). Purtroppo questi incrementi hanno riguardato solo gli uomini. A rivelarlo è l’Istat. “I dati dell’Istat – spiega Carlo Gerla, segretario della Cisl milanese, con delega al mercato del lavoro – sono positivi a livello generale, ma sono da valutare con le dovute cautele. Innanzitutto occorre una stabilizzazione strutturale per i prossimi mesi e occorre anche una lettura attenta sul dato occupazionale, che comprende anche le persone che hanno svolto almeno un’ora di lavoro. Quindi il problema è la qualità dell’occupazione”. La crescita congiunturale dell’occupazione, evidenzia l’Istituto di statistica, “interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni ed è interamente dovuta alla componente maschile, mentre per le donne, dopo l’incremento del mese precedente, si registra un calo. Aumentano sia i lavoratori dipendenti sia gli indipendenti”. Il tasso di disoccupazione è oggi all’11,3%, ma in uno scenario che presenta qualche segnale di ripresa, rimane in particolare alta la preoccupazione per il lavoro giovanile (i disoccupati sono il 35,5%). “Il tasso di disoccupazione in generale è ancora molto alto – aggiunge Gerla – e quello giovanile è insostenibile. Serve una svolta concreta sulle politiche attive e sugli investimenti. Il lavoro, oltre che una fonte di sostentamento, per i giovani è una pietra angolare su cui costruire un progetto di vita e di futuro”. Secondo i dati Istat la tendenza all’aumento del numero di occupati si conferma anche su base annua (+1,3%, +294 mila). La crescita interessa uomini e donne e riguarda i lavoratori dipendenti (+378 mila, di cui +286 mila a termine e +92 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-84 mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+371 mila) e i 15-24enni (+47 mila), a fronte di un calo nelle classi di età centrali (-124 mila). Nello stesso periodo diminuiscono sia i disoccupati (-0,6%, -17 mila) sia, soprattutto, gli inattivi (-2,4%, -322 mila).