Fp Cgil Lombardia: tutelare i lavoratori gravemente malati

Milano – Nel nostro paese aumentano, purtroppo, i malati di cancro. Sulla stampa di oggi il tema è ripreso, legato a ulteriori ricadute che possono averne le lavoratrici e i lavoratori quando, per un tumore, vengono licenziati. Poi ci sono altre ingiustizie. Tra i dipendenti pubblici – spesso denigrati per gli assenteisti e i fannulloni e lasciati oltre 8 anni senza rinnovo del contratto invece che essere riconosciuti per il loro lavoro quotidiano –, ci sono anche donne e uomini affetti da gravi patologie (cancro, malattie della funzionalità renale, ecc.) e per questo sottoposti a terapie salvavita. A seconda della gravità, le cure devono essere costanti. Ma possono produrre effetti collaterali invalidanti non solo sotto l’immediata somministrazione della terapia ma anche nei successivi due tre giorni, costringendo i lavoratori ad assentarsi dal lavoro. Succede, ad esempio, al Tribunale di Milano. “Lo scorso giugno come Fp Cgil Lombardia abbiamo denunciato al Ministero della Giustizia che l’ente milanese per questi suoi dipendenti già sfortunati tiene fuori computo dal periodo di malattia generica solo il giorno della somministrazione della terapia salvavita, ma non i giorni di convalescenza anche se debitamente certificati dal medico, come peraltro detta la norma. Con tale modus operandi facilmente si superano i sei mesi di assenza per malattia retribuita, dopo i quali inizia la decurtazione dello stipendio. A questa ingiustizia si somma, fatto ancora più grave, il danno al morale di queste donne e uomini che, già molto provati e preoccupati per la loro prospettiva di vita, si sentono beffati e abbandonati anche dalle istituzioni” afferma la coordinatrice regionale Felicia Russo. “E’ grave il silenzio del Ministero della Giustizia che ancora non risponde – dichiara Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia –. Chiediamo che a tutte queste lavoratrici e lavoratori venga evitata la beffa, oltre al danno già subito. E così, visto che finalmente si sono aperti i tavoli per rinnovare i contratti nazionali, chiediamo che per le terapie salvavita sia adeguato il computo del limite massimo di assenza per malattia e trattenuta, che la norma diventi un diritto esigibile”.