Vaccinazioni: modello Lombardia, lettera di Maroni a Lorenzin e Fedeli

Milano – “Oggi con il presidente Maroni abbiamo condiviso di scrivere ai ministri della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Istruzione Valeria Fedeli, per illustrare il percorso individuato da Regione Lombardia per dare un’interpretazione ragionevole e sistematica della ‘legge Vaccini’. Un percorso che abbiamo messo a disposizione, affinche’ possa essere condiviso e adottato anche nel resto del Paese. Nella lettera, tra l’altro si legge: “Tra le cause di differimento della prestazione vaccinale, senza alcuna restrizione o conseguenza in ordine alla frequenza, e’ espressamente contemplata dalla legge e dalle vostre circolari la richiesta di prenotazione della stessa alla competente autorita’ sanitaria. Una posticipazione, di durata dipendente dai carichi di lavoro e disponibilita’ dei centri vaccinali, che consente nelle more la frequenza e che non e’ sicuro poi si concluda con l’effettiva vaccinazione (per rifiuto sopraggiunto o altre cause). Il che, a nostro avviso, da’ evidenza alla finalita’ del regime sanzionatorio interdittivo, non immediatamente profillattica bensi’ di giusto rafforzamento dell’obbligo di vaccinazione. A cio’ aggiungasi che ai fini dell’applicazione dell’altra sanzione, di natura pecuniaria, e’ necessario il maturare dell’elemento materiale dell’illecito consistente nel mancato positivo perfezionamento del percorso di recupero”. “Consapevoli, pero’, che la fascia di minori frequentanti gli asili nido e’, rispetto alla popolazione complessiva, molto limitata, nell’interesse della collettivita’ e nello spirito di collaborazione istituzionale, sottopongo alla vostra attenzione e valutazione la possibilita’ di estendere, da parte dei vostri dicasteri, una tale ragionevole interpretazione della normativa ai servizi educativi diversi dagli asili nido, in modo da rendere non solo omogenea la disciplina sull’intero territorio nazionale e regionale, ma anche al fine di assicurare, anche in ragione della novita’ della disciplina e dei tempi strettissimi per la sua prima applicazione, il prosieguo della esperienza educativa senza traumi psicologici per il minore legati ad un’estromissione altrimenti troppo rapida e non adeguatamente supportata”.