Partecipate: 3050 poltrone, calano i ricavi

Milano – Il rapporto annuale sulle maggiori società partecipate dagli enti locali più popolosi realizzato dall’Area studi di Mediobanca, pubblicato da Il Corriere Della Sera, riserva qualche sorpresa. Nel 2016 i 115 enti, fra Comuni, Province e Regioni, hanno espresso nelle 87 imprese, a cui fanno riferimento 418 aziende con 150 mila dipendenti, 1.831 rappresentanti per lo più in posizioni apicali. Il dato, accompagnato da una riduzione del 15% dei compensi medi. Ma la «dieta» si attenua, però, leggermente se si considera l’universo delle «poltrone» espresse: tra fondazioni e consorzi, le nomine degli enti locali sono pari a circa 3.050, con un aumento nel periodo del 3%. Le partecipate nel 2015 hanno realizzato ricavi per 33,4 miliardi, in calo del 3,4% sul 2011 a causa dei prezzi dell’energia, ha cumulato nel quinquennio 2011-2015 utili per 2,5 miliardi e distribuito in 11 anni dividendi per 3 miliardi. Il portafoglio delle partecipate vale 15,6 miliardi, con in testa Milano (2,4 miliardi) e Roma (2,1 miliardi). In cinque anni fra le 6 quotate in Borsa, che dal 2006 hanno reso il 30% delle industriali, sono l’emiliana Hera e la romana Acea le più redditizie con 733 e 643 milioni di utili complessivi, mentre le maggiori perdite arrivano dal trasporto pubblico locale (con la romana Atac che ha accumulato nel periodo un «rosso» di 765 milioni). A questo settore il rapporto dedica un focus: in un quinquennio è costato agli enti locali 16,8 miliardi. Un altro approfondimento è sulle «quote rosa»: le donne nei consigli delle municipalizzate sono pari al 26,8%, ma il dato cala al 12,7% per le posizioni apicali.