Lavoro: Cgil Lombardia, investire in sicurezza

Milano – “La cultura della sicurezza è un tema su cui c’è ancora bisogno di investire. Se è vero che c’è stato un lievissimo miglioramento sul fronte degli infortuni mortali, è anche vero che i numeri restano preoccupanti”. Così il segretario della Cgil Lombardia Massimo Balzarini commenta i dati diffusi dall’Inail sull’andamento degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali. A livello nazionale sono 1.104 le morti sul lavoro nel 2016 (1.286 nel 2015). Aumentano invece le denunce di malattia, che nel 2016 si attestano a circa 60mila (1.300 in più rispetto al 2015). A livello lombardo le denunce d’infortunio con esito mortale, nel 2016, sono state 132. Erano 176 nel 2015. “Più della metà delle vittime – sottolinea Balzarini – supera i 50 anni, in 4 avevano addirittura più di 75 anni. Si ripetono le solite cause: caduta dall’alto, interazione con mezzi in movimento e ribaltamento di mezzi agricoli. Da inizio 2017 ad oggi le Ats hanno già registrato ben 20 incidenti mortali”. La maggior parte delle morti sul lavoro in Lombardia si registrano, secondo i dati Inail, nelle attività manifatturiere (27,27%), nel trasporto e magazzinaggio (18,18%), nelle costruzioni (13,64%). Milano, con 37 morti nel 2016, è la città maglia nera, seguita da Brescia (18 morti) e Bergamo (14). Quanto alle denunce di incidenti sul lavoro senza esito mortale, non sono diminuite rispetto al 2015: erano 116.685 nel 2016, contro i 116.593 dell’anno precedente. “Le imprese devono capire che sulla sicurezza bisogna investire”, conclude Balzarini. “Lo sviluppo, l’occupazione, la competitività sul mercato non si operano con la riduzione dei diritti, ma col miglioramento a tutto campo delle condizioni di lavoro. Solo così riusciremo a superare la crisi”.