CETA: Gorgonzola, salvaguardare le origini del prodotto

Milano – “L’accordo CETA tra l’Unione Europea e il Canada – dice Fabio Leonardi, vice presidente Consorzio per la Tutela del formaggio Gorgonzola Dop – prevede la piena protezione di circa 150 Indicazioni Geografiche Europee, di cui ben 39 Italiane, con alcune eccezioni per quanto riguarda i formaggi e nello specifico per Asiago, Fontina, Gorgonzola (per l’Italia), Feta (per la Grecia), Munster (per la Francia). In Canada vi è stata grande libertà di produrre formaggi, con enorme differenza qualitativa, ma con la stessa denominazione delle nostre indicazioni geografiche, il Gorgonzola è una di queste. Con l’utilizzo nelle denominazioni di vendita di richiamo dell’Italian Cheese nel campo visivo principale. Oggi con il CETA, per Grana Padano, Parmigiano Reggiano e altri formaggi si è raggiunto la protezione assoluta della denominazione, mentre per Asiago, Fontina e Gorgonzola, queste denominazioni sono considerate dal Canada come denominazioni generiche e continueranno, quindi, ad essere presenti sul mercato interno e ad essere vendute con lo stesso nome. Tuttavia, per queste ultime denominazioni (Asiago, Fontina e Gorgonzola) dovrà essere evidente per il consumatore finale l’indicazione della vera origine del prodotto e che si tratta di imitazioni dell’originale riportando, accanto alla denominazione di vendita, indicazioni quali: tipo, genere, stile, imitazione, etc. Eliminando così qualsiasi richiamo all’Italianità e di conseguenza l’Italian sounding. Questo è un grande risultato a salvaguardia delle nostre indicazioni geografiche. Altro grande risultato previsto dall’accordo è l’aumento di 17.500 tonnellate delle quote di importazione a favore dei formaggi, da distribuire nei prossimi cinque anni. Ciò permetterà un trend favorevole di crescita delle esportazioni portando l’Italia a raggiungere traguardi importanti. Certo questo tipo di accordo sarebbe importante replicarlo solo per gli Stati Uniti. Una cosa rimane certa: l’accordo CETA non deve in alcun modo rappresentare un modello di riferimento per gli accordi di libero scambio (FTA – Free Trade Agreement) dell’Unione Europea con Paesi Terzi, questo per la salvaguardia delle nostre indicazioni geografiche e per la tutela del nostro patrimonio culturale e produttivo.