Rai: Cgil, modello produttivo-editoriale del secolo scorso

Milano – “Ci risiamo. Un altro vuoto nel governo della Rai. Si potrebbe dire “ chi tocca muore”, perché chiunque voglia metter mano al vetusto modello aziendale, è costretto a rispettare impossibili equilibri lobbistici e quindi a non far nulla”. Così la Slc Cgil sul presente e sul futuro della Rai. “Nulla cambi perché nulla cambi, come intitolava l’altro giorno un quotidiano a proposito di Rai. Il caso Verdelli insegna. In realtà sappiamo tutti benissimo che la rifondazione del Servizio Pubblico passa attraverso seri piani di rinnovamento, che vedano i territori quale nuova sorgente di vitalità. Bene ha fatto il sindaco Sala a rivendicare con forza l’impegno che la Rai dovrà profondere sul nostro territorio: nell’interesse di Milano e nell’interesse dell’intera azienda. Il sindacato milanese ha offerto più volte la disponibilità a sperimentare nuove strade che facciano da modello per un rinnovamento aziendale che possa diventare strutturale, ma gli oppositori al cambiamento, interni ed esterni, sembrano invincibili. Così il progetto di un nuovo centro di produzione (fatto intravvedere dal nuovo Direttore) che sembrava prendere corpo in modo serio,- quindi accompagnato da un progetto editoriale – rischia di diventare l’ennesima promessa non mantenuta, i l solito slogan da sbandierare finché le acque non si siano calmate e tutto possa riprendere come prima, come al solito. In questo senso anche la riorganizzazione dirigenziale del Centro di produzione di Milano sembra rispondere a logiche di “bottega” più che a un progetto di rilancio. Questa sarebbe una iattura prima di tutto per la Rai che vedrebbe bloccata in premessa l’ipotesi di qualsivoglia cambiamento, ma sarebbe una iattura soprattutto per la democrazia e la società civile , costretta ad assistere impotente al declino e alla marginalizzazione di un servizio pubblico paralizzato da un modello produttivo ed editoriale adatto al secolo scorso nonchè preda di gruppi di potere incontrollati”, conclude il sindacato.