Voucher: Cgil, norme coerenti o ricorso in Cassazione

Roma – “Se dalla manovra di aggiustamento di bilancio usciranno norme che non sono in coerenza con l’intervento che ha abolito i voucher, valuteremo tutte le iniziative di contrasto possibili, a partire da un nuovo coinvolgimento della Corte di Cassazione”. E’ quanto si legge in una nota della Cgil. “È inaccettabile che una manovra che dovrebbe correggere i conti – aggiunge il sindacato di Corso d’Italia – sia diventata lo strumento per negare le ragioni di milioni d’italiani, che con le loro firme hanno permesso di indire i referendum e che tutto ciò avvenga dopo la decisione di abolizione dei voucher assunta pochi giorni fa dallo stesso Parlamento e l’annullamento dell’appuntamento referendario deciso dalla Consulta in considerazione del superamento delle richieste in esso contenute”. “È evidente il tentativo, nemmeno malcelato, – prosegue la Cgil – di rispondere alla soppressione di uno strumento che era diventato una delle forme estreme di precarizzazione, con altre forme precarie, poco chiare nei limiti di utilizzo e soprattutto rivolte anche alle imprese e alle amministrazioni pubbliche, oltre che alle famiglie. “È imbarazzante – sottolinea il sindacato – come si voglia che il Parlamento discuta di come far costare sempre meno il lavoro, di come renderlo sempre più debole e poco tutelato, di come rendere occasionale ciò che occasionale non è e non si consenta di mettere le stesse energie nel pensare a come creare nuova occupazione, a come difendere quella che c’è, a come far ripartire gli investimenti”. “Gli emendamenti presentati – spiega la Cgil – contengono proposte che arrivano senza alcun confronto con le parti sociali e intervengono su materie molto complesse e delicate, che determinano effetti rilevanti non solo sulla regolamentazione del mercato del lavoro ma anche su aspetti di natura fiscale e contributiva”. “Il Governo – conclude il sindacato guidato da Camusso – deve intervenire con chiarezza e aprire un confronto per normare il lavoro occasionale in ambito familiare, come proposto nella nostra Carta dei diritti universali, e discutere delle modalità di flessibilità già possibili oggi per le imprese senza doversene inventare ogni giorno di nuove”.