Famiglia: Cgil, Cisl, Uil, investire di più per rafforzare coesione sociale

Roma – “Il nostro Paese deve investire di più sulle famiglie se vuole rafforzare la coesione sociale e dare una nuova direzione allo sviluppo”. Così Cgil, Cisl e Uil nella nota unitaria in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia. “La perdurante e profonda crisi ha visto ridurre in maniera significativa i redditi, allargando l’area della povertà e, contemporaneamente, sulle famiglie si è aggravato il carico educativo, assistenziale e di cura”. Motivo per cui, sostengono Cgil, Cisl e Uil, “non bastano più misure parziali o interventi transitori, vanno promosse politiche organiche e durature per ridare fiducia alle famiglie italiane, destinando maggiori risorse finanziarie, ma anche riorganizzando e ripensando il nostro sistema di welfare sociale e con adeguate politiche per la creazione di nuovi posti di lavoro. Attendiamo per questo un segnale che recuperi subito i tagli ai fondi sociali nazionali”. “Sostegno ai redditi, sviluppo dei servizi e agevolazioni per la conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari – proseguono – sono i tre assi di una strategia politica che deve vedere la corresponsabilizzazione di tutti i soggetti sociali”. Le tre confederazioni ricordano che “abbiamo già avanzato alcune proposte concrete sui singoli temi per noi prioritari: l’introduzione di un assegno universale per sostenere i carichi familiari, più generoso ed equo del sistema attuale, da accostare per le famiglie più disagiate al Reddito di inclusione; la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali ad iniziare dal sistema dei servizi rivolti all’infanzia, alla non autosufficienza e alla disabilità; l’incremento della copertura retributiva del congedo parentale, l’allungamento del congedo di paternità e permessi retribuiti per figli fino ai 16 anni”. “Attendiamo – concludono Cgil, Cisl e Uil – che il Governo con la legge di stabilità mostri di condividere la visione delle politiche per le famiglie come investimento per lo sviluppo del Paese e non come semplice costo da inserire nelle voci di bilancio”.