Attacco cyber: dati gravi, intervenire subito

Milano – Cyber Alliance Italia “cyai” in merito all’attacco in corso, definito dai più quotati esperti internazionali “il più grande attacco informatico della storia”, ritiene sia un ulteriore grave fatto anche per le dimensioni e la consistenza in Italia. Viene così confermata l’urgente necessità di avviare un piano volto alla concreta prevenzione e cultura della sicurezza in rete. Non va dimenticato che le percentuali di incremento riportate nell’ultimo rapporto del Clusit 2017, erano già allarmanti prima di questo ulteriore attacco. Solo per fare alcuni esempi: nel 2016 è cresciuta del 117% la “guerra delle informazioni”, addirittura è a quattro cifre l’incremento degli attacchi compiuti con tecniche di Phishing/Social Engineering (+1.166%). La sanità è stato il settore più colpito (+102%) cui segue la grande distribuzione organizzata (+70%) e “solo” terzo il settore Finance/Banche (+64%). Anche gli attacchi alle Infrastrutture Critiche, salite vertiginosamente negli anni scorsi, crescono ancora seppur con un tasso minore (+15%). Gli attacchi verso Europa e Asia rispetto agli anni precedenti sono in forte incremento e in termini assoluti, il Cybercrime fa registrare il numero di attacchi più elevato degli ultimi 6 anni. Inoltre all’inizio del 2017 il Security Lab dell’Università Bicocca, parte attiva di cyai, ha registrato nell’area milanese, motore d’Italia e con il triste primato di attacchi seguita da Roma e Cagliari, dei dati allarmanti. Sono di oltre 50 milioni di euro al mese i danni degli attacchi, con 6 server su 10 oggetto di tentativi di intrusione. Un altrettanto importante dato riguarda il crimine generico ovvero la criptatura e il riscatto richiesto in crescita del 30%, per non parlare del furto delle informazioni, con un più 40%. Gli effetti negativi di queste nuove forme di crimini sono l’interruzione dell’operatività che sale del 55%, la perdita di dati in crescita del 50%, la sottrazione di informazioni da parte della concorrenza in salita del 42%, il danno dei immagine al 36%, i costi generali dell’attacco al 34% e infine l’uso improprio di dettagli finanziari anch’esso in aumento del 32%. Queste problematiche sono generate per il 48% da associazioni criminali organizzate, da un 36% di hacker privati e da intrusioni su “mandato” al 16%. Cyai ritiene così importante avviare un piano di prevenzione e cultura, una campagna mirata contando sul suo board, assieme alle qualificate partecipazioni istituzionali e il partner fondatore, Emaze, l’impresa italiana tra i pionieri nel settore della cyber-security.