Impresa: passaggi generazionali, il 71% è ok

Milano – È di 3,5 anni la durata media di un passaggio generazionale, momento che vede il coinvolgimento di una media di 3,5 membri familiari e di 1,5 consulente o “attore chiave”: il dato è emerso da uno studio condotto da CERIF su un campione di PMI con fatturato compreso tra i 15 e i 150 milioni di € di fatturato che hanno affrontato e gestito il passaggio generazionale. Lo studio ha analizzato i processi collegati al passaggio generazionale, i medesimi processi che esamineremo con molta attenzione nella settima edizione del premio “Di padre in figlio”), promosso da CERIF – Centro di ricerca sulle imprese di famiglia in seno all’Università Cattolica del Sacro Cuore – con il contributo di Credit Suisse, Lca, Mazars Italia e Mandarin Capital Partners e la collaborazione della Camera di Commercio di Milano e di Monza. Il “Premio di Padre in Figlio” si rivolge a imprenditori di aziende, almeno alla seconda generazione, con sede legale in Italia con un fatturato superiore a 10 milioni di euro, che abbiano avuto la capacità, la dedizione e la passione nel proseguire e valorizzare il lavoro dei propri genitori subentrando alla guida operativa e strategica dell’impresa, garantendone il successo e la continuità. La scorsa edizione è stata vinta da Pastificio Rana come vincitore assoluto per il miglior passaggio generazionale e per la categoria “Made in Italy”. Il mondo imprenditoriale italiano è costituito per il 90% da aziende a conduzione familiare e ogni anno sono oltre sessanta mila gli imprenditori coinvolti nel passaggio generazionale. L’analisi di CERIF – condotta tra il 2016 e il 2017 – ha preso in considerazione 34 passaggi generazionali, con l’obiettivo di identificare peculiarità, caratteristiche e tratti comuni; dal report si evince che si possono individuare quattro tipologie di passaggi generazionali: 1. PG “dinamico”, stimolato da elementi di discontinuità interni (ed esterni) messi in atto dal potenziale erede. 2. PG “traumatico”, dovuto alla scomparsa improvvisa del fondatore/padrone . Quando l’impresa di famiglia è una PMI e la famiglia è “nucleare” attenzione ai contraccolpi di questo PG: banche-clienti-fornitori- dipendenti non sanno cosa succederà a breve, vogliono certezze per il futuro e garanzie che l’azienda sia condotta bene. 3. PG “aventiniano”, quando il fondatore/padrone passa il testimone all’erede senza la presenza della discontinuità o della traumaticità ma decide semplicemente di lasciare il campo di gioco all’erede e di ritirarsi. 4. PG “tira e molla”, dove i tempi di svolgimento del processo successorio sono molto estesi, con un continuo lascia e riprendi tra fondatore/padrone e potenziale erede. Quello che emerge è che su 34 passaggi generazionali analizzati, il 71% circa sono stati completati con successo, il 12% ha avuto esito negativo mentre il 17% circa sono ancora in atto.