Riso: i paesi produttori chiedono alla Ue nuove regole (2)

Milano – “Negli anni scorsi era solo l’Italia a protestare – ha dichiarato Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi, al termine dell’incontro tra i paesi europei produttori – ma ieri a Milano è stato creato un fronte compatto di tutti i Paesi europei che producono riso e la Commissione non potrà non ascoltare. La superficie UE coltivata a riso Indica è crollata del 40% e quella coltivata a riso Japonica aumentata del 14%, con un grave squilibrio di mercato per entrambe le tipologie di prodotto. Per di più la cosiddetta liberalizzazione dei dazi non ha certo favorito i produttori asiatici bensì le multinazionali asiatiche che sfruttano i Paesi più poveri aprendo in loco stabilimenti di trasformazione. Per l’Italia che fa del riso un suo prodotto importante e del risotto un piatto tipico conosciuto nel mondo è necessario ristabilire le regole del mercato”. “Non stiamo certo proponendo una politica protezionista – ha detto Salvador Loring, Vice Presidente di Uniade (Associazione delle industrie risiere spagnole) – ma una presa d’atto della realtà. Cosa succederà in Europa se i Paesi che oggi esportano verso l’UE dovessero trovare altri mercati o limitare le esportazioni per diverse ragioni? Se tutto ciò avverrà, considerata l’inevitabile riduzione della superficie europea a causa della perdita di redditività della coltura, si ridurrà la disponibilità di riso europeo, creando un grave problema di Food Security!”. “La riunione di Milano tra Paesi produttori e Ministeri di competenza certamente spingerà la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE ad intervenire per assicurare un futuro alla risicoltura comunitaria – ha infine puntualizzato Giuseppe Ferraris, Presidente del Gruppo di lavoro Riso al Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Unione europea (Copa-Cogeca) – e questo ci consente di essere più ottimisti”.