Inps: Rendiconto 2016 alle imprese

Milano – Oggi a Milano, presso la sede di Unione Confcommercio, è stato presentato il Rendiconto 2016 dei servizi resi ai cittadini e alle imprese nel territorio lombardo e milanese dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. L’evento, cui ha partecipato un folto pubblico e le principali autorità e rappresentanti delle parti sociali, è stato introdotto dal vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza Lino Stoppani e ha visto la relazione di Antonio di Marco Pizzongolo, direttore dell’Area metropolitana di Milano e di Antonio Pone, direttore regionale Lombardia. I dati esposti evidenziano un apprezzabile saldo attivo dei datori di lavoro (15.131 in Lombardia – 6.772 a Milano) e un relativo incremento degli incassi contributivi (che in regione passano da 30,77 mld nel 2015 a 31,08 mld nel 2016). Si incrementano gli iscritti alla gestione artigiani (+ 3.814) e commercianti (+ 10.520), con conseguente crescita degli incassi di tali gestioni (artigiani + 60.998 mln; commercianti + 61.736 mnl). “Il 2016 per i contribuenti e per i beneficiari delle prestazioni rese dall’Istituto in Lombardia e nell’area metropolitana di Milano mostra molteplici indicatori di una ripresa economica in atto: aumentano i datori di lavoro e si registra una contrazione notevole nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali” ha dichiarato Antonio di Marco Pizzongolo. Nel 2016 i trattamenti pensionistici previdenziali privati e pubblici registrano un calo, analogamente ai trattamenti pensionistici di natura assistenziale. Parimenti si evidenzia una diminuzione di quelle prestazioni di sostegno alla disoccupazione (- 3,47%) e alle varie forme di integrazione salariale (- 29%). “Ripartiamo dalle imprese: mettiamole nelle condizioni di investire, crescere e guadagnare. Solo in questo modo – ha rilevato il vicepresidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza Lino Stoppani – si remunera il capitale e si favoriscono gli investimenti, con l’effetto moltiplicatore che producono. Utili e da rafforzare sono gli interventi sulla flessibilità in uscita perché rispondono anche alla necessità di favorire i ricambi generazionali. Ritardando l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro si ritarda la formazione di nuove famiglie, con i rischi demografici sottostanti, mettendo a rischio anche la sostenibilità economico-finanziaria del nostro sistema assistenziale e previdenziale”.