Cgil: cambio della guardia alla Filt, Malorgio al regionale e Stanzione a Milano

Milano – Oggi cambio alla guida della Filt Cgil Lombardia e della Filt Cgil Milano, con una modalità che riconferma il valore dell’intreccio tra le due strutture milanesi e lombarda. Stefano Malorgio infatti è stato eletto con il 97% di voti a favore segretario generale della struttura regionale in sostituzione di Rocco Ungaro, che lascia l’incarico dopo 5 anni, mentre Luca Stanzione viene eletto segretario generale della Filt di Milano, incarico sino ad oggi ricoperto da Malorgio stesso, con il 92% di voti a favore. Stefano Malorgio è nato 42 anni fa a Tricase in Provincia di Lecce, è sposato e padre di due figli. Un diploma di Perito elettrotecnico e studi in ingegneria mai completati, lavora in Fs dal 1996. Luca Stazione, nato a Milano il 19 Agosto 1986 dopo gli studi in Ragioneria si iscrive alla Facoltà di scienze politiche, al corso di Organizzazione delle Risorse Umane che sarà costretto ad interrompere. Dopo aver frequentato il corso di Organizzazione delle società No Profit della Sda Bocconi entrerà nella Filt Cgil Lombardia nel 2010. Spiega Malorgio “Se provo a pensare alle questioni che ci attendono in futuro mi vengono in mente i grandi riassetti del settore del Trasporto Pubblico (con gli equilibri tra FS, Trenord, Atm) e del trasporto Aereo (Sea-Sacbo), ma il pensiero principale va al settore della logistica che è diventato sempre più centrale per il Paese e che ha necessità di uno sforzo organizzativo e contrattuale ancora più forte”. “Voglio ringraziare le compagne e i compagni che hanno sostenuto la mia candidatura” – conclude Stanzione – “Sento una grande responsabilità in un momento di profonda trasformazione del Lavoro e della mobilità delle persone e delle merci nella nostra città. Siamo chiamati, come sindacato, ad essere un soggetto del cambiamento perché è evidente che la sofferenza con la quale conviviamo tutti i giorni grida della necessità di cambiare lo stato di cose in cui siamo. Rimanere fermi significherebbe consegnarci alla marginalità”.