Carapelli: Cgil, 98 posti messi a rischio dalla cattiva gestione aziendale

Milano – “Le lavoratrici e i lavoratori della Carapelli di Inveruno pagheranno il prezzo più alto di fronte alle scelte inaspettate, assunte dal consiglio di amministrazione del gruppo spagnolo Deoleo, proprietaria dei marchi italiani Carapelli, Sasso e Bertolli”. A dirlo è il segretario generale della Flai Cgil Lombardia Claudio Superchi. “Difatti nell’incontro del 28 ottobre scorso, nel corso del quale si sarebbe dovuto discutere dell’andamento del Gruppo, è invece stata comunicata a sorpresa dalla direzione aziendale l’intenzione di voler chiudere lo stabilimento Carapelli di Inveruno, dichiarando in esubero 98 lavoratori che verranno posti in mobilità. Questa scelta dimostra, ancora una volta, che la cattiva gestione delle relazioni sindacali da parte della direzione aziendale e il non saper affrontare le problematiche del gruppo e dell’intero settore, portano all’incapacità di trovare soluzioni diverse dalla più semplice e cinica decisione di chiudere lo stabilimento. Tale cinica decisione comporterà drammatiche ricadute non solo per l’occupazione, ma anche per il territorio, per la produzione olearia, per gli altri lavoratori del settore agroalimentare italiano, con l’ennesimo pezzo di produzione di olio che rischiamo di perdere. Di fronte a tale scelta la Flai-Cgil, insieme a Fai-Cisl e Uila-Uil, si mobiliteranno intraprendendo tutte le iniziative necessarie per respingere e scongiurare l’ipotesi prospettata dalla direzione aziendale, coinvolgendo anche le istituzioni locali, regionali e nazionali al fine di preservare il sito produttivo e il perimetro occupazionale dello stabilimento di Inveruno”. A tal proposito già domani, 4 novembre alle ore 16, un corteo partirà dalla sede aziendale di corso Europa fino al municipio di Inveruno, dove successivamente si terrà un consiglio comunale aperto sulla vertenza.