Milano – Slc-Cgil, Slp-Cisl, Failp, Confsal e Ugl si stanno preparando allo sciopero di Poste Italiane, in programma per il prossimo venerdì 4 novembre, con centinaia di assemblee nelle sedi, degli Uffici Postali, dei centri di recapito e di smistamento della Lombardia. “Riteniamo – spiegano le organizzazioni sindacali in una nota – estremamente grave, e anche antieconomica, la decisione del Consiglio dei Ministri di quotare in Borsa un ulteriore 30% del capitale e di conferire a Cassa Depositi e Prestiti il rimanente 35% che, se confermata, muterebbe completamente gli assetti societari e il controllo pubblico della più grande azienda del Paese. Una privatizzazione che ha il solo fine di fare cassa, senza incidere peraltro in modo significativo sul debito pubblico, e che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto su tutto il territorio nazionale. Già oggi assistiamo ai reiterati tentativi di chiusura degli Uffici Postali nelle zone più disagiate e al recapito della corrispondenza a giorni alterni – contestata recentemente dal Parlamento Europeo – che compromettono la qualità del servizio offerto e la garanzia del servizio universale. E’ bene ricordare che, con i suoi 140 mila dipendenti, Poste Italiane è una azienda che dal 2002 produce utili consistenti che, se privatizzata, andrebbero a beneficio degli azionisti e non più della collettività. E’ una decisione grave anche perché verrebbe meno il ruolo infrastrutturale strategico che l’Azienda potrebbe avere sfruttando la capillarità della presenza sul territorio, a vantaggio del sistema economico di tutto il Paese. La privatizzazione totale mette anche a rischio l’unicità aziendale, trai i primi fattori di successo aziendale, e quindi il futuro occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno permesso la trasformazione positiva di Poste Italiane. Gli oltre 20 mila dipendenti di Poste Italiane parteciperanno allo sciopero con una manifestazione con presidio, dalle 10.00 alle 12.00 di venerdì 4 novembre, in piazza degli Affari a Milano.