Lavoro: Confindustria-Cgil, Cisl e Uil, intesa sugli ammortizzatori

Roma – “E’ stata una scelta positiva che prova a dire la verità sulla situazione in cui siamo”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato ieri l’accordo tra Confindustria e sindacati sulla gestione delle crisi industriali. “Questo accordo mette in campo modalità contrattuali e politiche attive e richiede al governo di non sottrarre risorse agli ammortizzatori sociali, ma al contrario di mettere a disposizione quelle risorse che con il venir meno della mobilità non ci sarebbero state”. Secondo Camusso, la notizia ha ancora un risvolto politico perché si sancisce la fine di quella “narrazione sull’abolizione della rappresentanza e dei corpi intermedi”. Può iniziare una “stagione diversa e questo accordo dice che le parti sociali sono in grado di fare accordi, di fare proposte e di rivendicare un’interlocuzione con il governo che non sia più estemporanea, ma che provi ad affrontare i temi concreti del lavoro”. Al centro del documento varato ieri – dopo l’incontro tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil – c’è la gestione degli esuberi (con un ‘piano operativo’ per la loro ricollocazione e formazione già durante il periodo di cig straordinaria) e delle ristrutturazioni e delle crisi aziendali, nelle aree di crisi complesse e non: in questi casi, in particolare, si chiede il prolungamento degli ammortizzatori sociali. Prolungamento che va da 1 a 2 anni a seconda delle situazioni. Sono quasi 30 mila i lavoratori in queste aree di crisi, che vanno da Piombino a Termini Imerese. Dal primo gennaio 2017 scompariranno l’indennità di mobilità e la cig in deroga. Il documento propone anche un modello innovativo di gestione delle crisi e delle ristrutturazioni aziendali che mette al centro la ricollocazione dei lavoratori, assegnando alle parti sociali, attraverso la contrattazione, un ruolo attivo e di grande responsabilità.