Utilities: approvato taglio partecipate, criteri meno restrittivi

Roma – Approvato il decreto, dall’odierno Consiglio dei ministri, per il taglio delle partecipate pubbliche che dovrebbero passare da 8000 a circa 1000. Deroga per le cooperative. E’ stato allargato lo spettro delle società pubbliche salvate dalla stretta del decreto. Sono state escluse anche 25 società finanziarie regionali. Si tratta di Fira, Sviluppo Basilicata, Fincalabra, Sviluppo Campania, Gruppo Friulia, Lazio Innova, Filse, Finlombarda, Finlombarda Gestione sgr, Finmolise, Finpiemonte, Puglia Sviluppo, Sfirs, Irfis-FinSicilia, Fidi-Toscana, Gepafin, Finaosta, Veneto Sviluppo, Trentino Sviluppo, Ligurcapital, Aosta Factor, Fvs sgr, Friulia Veneto Sviluppo, Sviluppumbria e Sviluppo imprese centro Italia. Già fuori dal perimetro Coni servizi, Expo, Arexpo, Invimit, Istituto poligrafico dello Stato, Sogin, Anas, gruppo Gse, Invitalia e Eur e le rispettive aziende satellite. In totale la deroga riguarda 37 società. Meno rigidi i criteri per la chiusura delle società partecipate: fatturato di almeno 1 milione perché l’azienda possa restare in vita. Per le aziende in perdita la tagliola scatterà solo se il rosso sarà superiore al 5% dei ricavi. Il piano straordinario scatterà a 6 mesi dall’entrata in vigore e entro un anno la rottamazione dovrà essere portata a termine. Dal 2018 scatterà l’obbligo annuale di presentare una relazione all’Organo di vigilanza delle società pubbliche, che potrà effettuare ispezioni e controlli e chiedere di esaminare documenti.