Coldiretti: Brexit e l’embargo in Russia, perso 50% export

Milano – Oltre 50 milioni di euro persi in due anni. E’ questo il buco nero delle esportazioni agroalimentari lombarde in Russia da quando è iniziato l’embargo. Il valore dei prodotti spediti a Mosca – spiega un’analisi della Coldiretti regionale su dati Istat – è crollato dai 117 milioni di euro del 2014 ai 62 milioni dell’anno scorso e il calo è confermato anche dal primo trimestre del 2016 che ha fatto registrare una perdita di un altro mezzo milione di euro rispetto allo stesso periodo del 2015. Nel corso dei due anni di embargo – stima la Coldiretti – sono stati “respinti” dalle frontiere russe 39,4 milioni di chili di mele italiane, soprattutto della varietà Granny Smith dal colore verde intenso e sapore leggermente acidulo, ma anche 29,5 milioni di chili di uva da tavola, 29,9 milioni di chili di kiwi, 2,8 milioni di chili di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, 14,2 milioni di chili di pesche e nettarine e 85mila prosciutti di Parma e San Daniele a denominazione di origine. “Come è evidente la guerra commerciale con Mosca non ci fa bene, considerato che nel 2013 esportavamo dalla Lombardia quasi 140 milioni di euro in prodotti agroalimentari contro i 62 milioni attuali – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – e, come se non bastasse, adesso la Brexit rischia di incidere anche sugli oltre 484 milioni di euro di cibo e bevande che mandiamo ogni anno nel Regno Unito. Servono quindi misure straordinarie per tutelare le nostre aziende e per appianare i rapporti con Mosca, dove, fra l’altro si stanno lanciando in produzioni che imitano il nostro Made in Italy e ci tolgono fette di mercato che sarà poi difficile recuperare”.