Sesto San Giovanni (Mi) – “Si calcola che per ogni euro speso ci sia un ritorno sociale di investimento pari a 11 volte – sottolinea Enzo Costa, presidente nazionale di Auser – e dunque il volontariato è una risorsa straordinaria per il pubblico. Gli utenti, altrimenti, potrebbero non esercitare alcuni diritti, come quello alla cura a causa della mobilità negata: ecco uno dei motivi per cui le istituzioni non possono far mancare il proprio sostegno ad associazioni come la nostra”. Il Filo d’Argento è stato premiato dalla Comunità Europea e la Fondazione Re Baldovino ha recentemente inviato a Milano e Legnano una delegazione con lo scopo di studiare il sistema per importarlo in Belgio. “La telefonia sociale è un punto di orgoglio perché è stata una grandissima intuizione di Auser e oggi, a livello nazionale, riceve in un anno 1.400.000 chiamate – prosegue Costa -. La nostra è un’attività che si evolve per il cambiamento demografico importante e per la necessità di non delegare più a famiglie disgregate e in difficoltà l’onere della cura dell’anziano, che deve essere attivo e incluso in una società e non emarginato. Chi chiama il numero verde 800 995 988 ha una possibilità in più di pensare serenamente al futuro”. “L’assessore Gallera ha aperto col Terzo Settore cinque tavoli di lavoro, gli va riconosciuta grande attenzione nei confronti del mondo del volontariato e dell’associazionismo – ha concluso Lella Brambilla, presidente di Auser Regionale Lombardia -. È chiaro che per le istituzioni occorre fare delle scelte per quanto riguarda i finanziamenti da erogare, ma è altrettanto vero che la collaborazione con le associazioni è una strada obbligatoria perché il denaro pubblico non può coprire necessità e bisogni sempre più individualizzati. Il Filo d’Argento non è più un progetto bensì una realtà strutturale che ha bisogno della certezza di una continuità, che anche i finanziamenti europei non danno. La mancanza di fondi rischia di chiudere un’esperienza decennale straordinaria, lasciando abbandonate tutte le persone che noi oggi aiutiamo. Istituzioni e comuni hanno ben presenti queste realtà, il lavoro in rete sta dando frutti straordinari ed è impossibile interromperlo. Togliere anche i nostri servizi, dato che un anziano su cinque è a rischio di isolamento sociale e di depressione, con un numero enorme di donne sole e in difficoltà economica, significherebbe creare una crisi senza precedenti. Chiediamo dunque alle istituzioni di starci vicino, mantenendo uno sguardo prospettico e funzionale sulla realtà”.