Movida: provvedimenti contro, a Rimini birra calda

Bologna – E’ il Corriere Della Sera a presentare la ricetta di Rimini per contenere l’effetto movida. “Il comune di Rimini ha emesso un’ordinanza, “creativa” quanto basta, che vieta ai titolari di minimarket e negozi al dettaglio di tenere bevande alcoliche pronte per la vendita in frigorifero. Obiettivo dichiarato: limitare il consumo di birre e liquori nelle ore più intense della movida, spesso all’origine di violenze ed eccessi. Rimini è in abbondante compagnia, altre città hanno detto stop alla notte senza regole”. “Gli amministratori di Rimini – prosegue il Corriere – si sono trovati alle prese con un fenomeno inedito: con la liberalizzazione delle licenze, sono spuntati in prossimità del mare decine e decine di negozi di piccola taglia (fino a 250 metri quadrati) che vendono birre e superalcolici a ogni ora, spesso e volentieri a prezzi stracciati o comunque più economici dei drink delle discoteche; spesso anche a minorenni”. “Il primo tentativo di bloccare il provvedimento tramite ricorso al Tar è stato vano: i giudici amministrativi dell’Emilia Romagna hanno respinto il ricorso d’urgenza presentato dai gestori di alcuni punti vendita. L’ordinanza “birra calda” resta dunque in vigore”. “Ma il blando proibizionismo di Rimini vanta tentativi di imitazione qua e là per l’Italia. A Lucca è stato vietato consumare alcolici per strada nel centro storico, un provvedimento simile ha fatto la sua comparsa a Parma, il tutto sull’onda di limitazioni di altre città italiane. A Genova si è deciso di prendere le misure anche ai decibel imponendo ai locali pubblici di spegnere la musica (a seconda dei giorni della settimana) all’una o alle due di notte”.