Commercio: Gdo, sabato mattina sciopero confederali

Bergamo – “Sciopero doveroso” contro la “tabula rasa dei diritti”, fra estrema liberalizzazione di turni, lavoro serale, festivo, abbassamento del salario e diminuzione dei permessi retribuiti: così, nelle prime due mobilitazioni del 7 novembre e del 19 dicembre, avevano motivato la protesta i dipendenti della Grande Distribuzione, cioè di supermercati e ipermercati di aziende aderenti a Federdistribuzione (circa 300mila in tutto il paese, 5mila a Bergamo e in provincia). In questi mesi la loro difficile situazione non è cambiata, dunque sarà di nuovo sciopero, sabato 28 maggio, in tutt’Italia. Da ormai due anni e mezzo si protrae il negoziato per la definizione di un Contratto collettivo nazionale di lavoro per catene come Auchan, Iper, Coin, Carrefour, Esselunga, Leroy Merlin e le aziende commerciali del Gruppo Percassi. I lavoratori di tutte queste aziende, nella provincia di Bergamo, sono invitati a partecipare al presidio che si terrà davanti al Centro Commerciale di Curno, sabato mattina dalle ore 10.00 alle 12.00. “Torniamo a denunciare il fatto che, per il mancato rinnovo, esiste una differenza di salario di oltre 1.000 euro all’anno tra questi lavoratori e quelli di aziende associate all’altra controparte, Confcommercio, con cui un Contratto nazionale è stato invece rinnovato” ripetono oggi Mario Colleoni di Filcams-Cgil, Alberto Citerio di Fisascat-Cisl e Maurizio Regazzoni di Uiltucs-Uil di Bergamo. “Oltre alla perdita di salario c’è il tentativo di procedere con regole proprie chiedendo flessibilità infinita ai lavoratori: in particolare, la decisione unilaterale di erogare un anticipo salariale di 15 euro ai lavoratori è da respingere in toto perché è di fatto un tentativo per depotenziare le legittime richieste di lavoratori e sindacati, agendo al di fuori di regole condivise. L’obiettivo della controparte è solo quello di ridurre drasticamente il costo del lavoro. Siamo disponibili a trattare ribadendo che il Contratto nazionale va sottoscritto evitando il tentativo delle aziende aderenti a Federdistribuzione di destrutturare la contrattazione”.