Brennero: chiusura, analisi Confcommercio-Isfort, la stima dei danni

Roma – I dati portati allo scoperto dall’analisi Confcommercio-Isfort sui danni economici per l’Italia e l’Europa derivanti dalla chiusura della frontiera del Brennero sono impressionanti. Il volume complessivo di merci in transito nell’arco alpino ammonta a 196 milioni di tonnellate per un valore complessivo di 524 miliardi di euro. La quota dei valichi austriaci rappresenta circa il 60% del traffico (41% su gomma e 19% su ferro). Di queste, più dell’80% riguarda l’import-export dell’Italia con il resto dei Paesi europei, il restante 20%, invece traffici commerciali di altri Paesi che attraversano l’Italia.  Il flusso import-export che attraversa i valichi in questione riguarda soprattutto l’Italia, ma anche altri Paesi. In particolare si sono presi in considerazione gli scambi Italia Germania e Austria e quelli tra la Turchia ed continente Europeo.  Il traffico italiano in export verso Germania e Austria riguarda soprattutto prodotti siderurgici (16,9% e 17,2%), Macchinari (13,8% in entrambi i casi), Mezzi di trasporto (12,0% e 8,3%), Prodotti alimentari (8,5% e 9,5%) e Prodotti tessili/abbigliamento (8,5% e 9,3%). Il traffico proveniente dalla Turchia e destinato verso l’Europa è per più del 60% legato a sole tra categorie merceologiche: Mezzi di trasporto (24,6%), Prodotti tessili/abbigliamento (23,0%), Macchinari (12,5%). Il ritardo di una sola ora genera un costo aggiuntivo “diretto” di 36,4 € su ciascun servizio di trasporto. Ciò significa che guardando al complesso dei servizi di trasporto lungo l’asse Italia Austria un ritardo medio di una sola ora provocato dall’abolizione/restringimento della libera circolazione potrebbe pertanto generare un costo aggiuntivo medio per le imprese di autotrasporto di oltre 170 milioni di €. Considerando che il mercato complessivo dei servizi di trasporto lungo tale asse si attesta intorno a 5,6 miliardi di €, si può dunque stimare che ogni ora di ritardo assorbe circa il 3% del fatturato generato dai servizi di autotrasporto. Il ritardo di una sola ora genera un costo aggiuntivo “diretto” di 36,4 € su ciascun servizio di trasporto. Ciò significa che guardando al complesso dei servizi di trasporto lungo l’asse Italia Austria un ritardo medio di una sola ora provocato dall’abolizione/restringimento della libera circolazione potrebbe pertanto generare un costo aggiuntivo medio per le imprese di autotrasporto di oltre 170 milioni di €. Considerando che il mercato complessivo dei servizi di trasporto lungo tale asse si attesta intorno a 5,6 miliardi di €, si può dunque stimare che ogni ora di ritardo assorbe circa il 3% del fatturato generato dai servizi di autotrasporto. Il tempo è denaro non solo per l’autotrasporto, ma anche per le imprese di produzione. Più le merci hanno valore e più la variabile tempo incide sui fatturati di tali imprese. Prendendo in considerazione i soli valichi austriaci si può stimare che un ritardo medio di 1 h nelle percorrenze dei camion comporterebbe un danno annuale di oltre 200 milioni di € (202,92) per l’intero sistema economico (da aggiungere agli oltre 170 provocati all’autotrasporto), che graverebbe per l’81% (162 milioni) sulle imprese Italiane e su quelle europee che intrattengono relazioni commerciali con il nostro Paese, e per il 19% (38 milioni) sulle imprese europee e del resto del mondo che intrattengono relazioni commerciali con gli altri Paesi europei ed utilizzano la rete logistica italiana per ragioni di convenienza ed efficienza trasportistica.