Lavoro nello spettacolo, a rischio l’indennità di discontinuità

Milano – Con una nota Slc CGIL e Uilcom Uil criticano le scelte del governo. Il Governo Meloni non può vanificare anni di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dello Spettacolo. Questa estate è finalmente entrata in vigore una legge contenente strumenti e principi che restituirebbero la giusta dignità ad una categoria deregolamentata e priva di tutele. Nella legge di Bilancio non sono però previsti finanziamenti per l’indennità di discontinuità, una misura già presente in molti Paesi e che consiste nel riconoscimento di un reddito ai lavoratori del comparto per il periodo compreso tra un lavoro ed un altro. Questa indennità non è un sussidio, nasce dalla consapevolezza ormai acquisita che il lavoro nello spettacolo è strutturalmente discontinuo: un’attrice, un compositore, una musicista, così come un tecnico, una scenografa o un disegnatore luci, tra uno spettacolo e l’altro si preparano, studiano, compongono, si esercitano. Ed è il minimo che tutto questo venga riconosciuto. Sono gli ultimi giorni utili per approvare gli emendamenti che farebbero sopravvivere questa previsione. Altrimenti tutto tornerà indietro di parecchi anni ed il lavoro nella cultura, già annichilito dalla pandemia e dalla crisi economica, rischierà di scomparire sempre di più. La cultura non può essere vista come un costo. E’ uno strumento di crescita sociale ed economica per il nostro Paese; e un Paese che taglia la cultura, taglia il futuro ai suoi cittadini. Per questi motivi Slc Cgil e Uilcom Uil hanno organizzato un presidio per mercoledì 21 dicembre dalle ore 10.00 presso la sede di Milano della Prefettura in largo 11 settembre 2001 e successivamente davanti alla sede del Piccolo Teatro Grassi di Milano in Via Rovello 2, luogo altamente simbolico perché sede dell’occupazione da parte del Coordinamento Spettacolo Lombardia nel 2021.