Mafia: gli strumenti finanziari per le aziende sequestrate

Milano – Oggi in Camera di Commercio convegno “Gli strumenti finanziari a sostegno delle aziende sequestrate e confiscate”. L’incontro – organizzato da CFI-Cooperazione Finanza Impresa in collaborazione con Invitalia e ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) – è il quarto di una serie di appuntamenti che si stanno tenendo in diverse regioni italiane con lo scopo di far conoscere ai rappresentanti del mondo degli amministratori giudiziari, della cooperazione, del sindacato e dell’impresa, le agevolazioni messe a disposizione di coloro che intendono rilevare le aziende sequestrate alla mafia con lo scopo di tutelare un patrimonio e difendere l’occupazione. Secondo i dati dell’Agenzia, le aziende sequestrate sono poco più di 4.500 ed operano principalmente nella logistica, nel commercio, nel turismo, nell’immobiliare, nei servizi alle imprese ecc. Attività concentrate soprattutto nelle regioni meridionali, nel Lazio e in Lombardia che danno lavoro a 11.000 persone e producono un fatturato di 1 Miliardo e 360 milioni di Euro. Per non disperdere questa ricchezza e soprattutto tutelare l’occupazione degli incolpevoli lavoratori, sono stati stanziati 48 milioni di euro per la concessione di finanziamenti destinati appositamente alle imprese sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Fondi ancora in buona parte inutilizzati a causa della scarsa conoscenza delle nuove misure agevolative, che prevedono finanziamenti a tasso zero fino a 700 mila euro per 10 anni e che possono essere integrati con gli strumenti finanziati di CFI. Carlo Edoardo Valli, vice presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, ha detto: “Il percorso per l’affermazione della cultura della legalità deve prevedere l’impegno congiunto di tutti: cittadini, imprenditori, istituzioni, magistratura e forze dell’ordine. Accanto al contrasto delle attività illegali, occorre lavorare per la costruzione di una cultura diffusa della legalità e favorire l’implementazione di quelle azioni e strumenti per il rilancio delle aziende sequestrate e confiscate. Come Camera di commercio, attraverso accordi specifici, in maniera gratuita mettiamo a disposizione della procura e della magistratura alcuni strumenti collegati al registro delle imprese. Un impegno per la legalità che negli anni abbiamo voluto interpretare anche in maniera più attiva, con la rete di sportelli Riemergo, pensati come punti di ascolto per l’imprenditore vittima di usura, racket, corruzione, contraffazione. Oppure attraverso la collaborazione al progetto Icaro che ha portato a fornire dati del Registro Imprese relativamente a 50 aziende confiscate con la finalità di individuare gli elementi che possono determinare la penetrazione mafiosa nel tessuto economico legale”.